L”imolese Fabio Ragazzini, presidente del Consorzio nazionale Legnolegno: «Marchio di qualità per i serramenti italiani»
L’imprenditore imolese Fabio Ragazzini, portavoce regionale della Cna per il settore Legno, da luglio è anche il nuovo presidente del consorzio nazionale serramentisti Legnolegno. Dopo la crisi che ha colpito l’edilizia, e di riflesso i comparti affini come appunto quello degli infissi e dell’arredamento, abbiamo cercato di fare con lui il punto della situazione, a livello nazionale e soprattutto locale.
«La situazione imolese è peggiore rispetto al quadro nazionale – esordisce senza mezzi termini Ragazzini -. A partire dal 2014 a Imola abbiamo visto una svolta negativa, che ha colpito tutto l’indotto. La crisi dalla catena cooperativa, si vedano Cesi, 3elle e in parte Coop. Ceramica, ha dato un forte scossone all’andamento del mercato. Qui si sono persi un paio di migliaia di posti di lavoro e nella zona il contraccolpo lo abbiamo percepito tutti. Non solo. Un altro fattore di crisi è dovuto alla richiesta, sempre più in espansione, di prodotti in Pvc, che oggi si attestano a circa il 40 per cento della quota di mercato nazionale. Prodotti che vanno per la maggiore sia per l’aspetto economico sia per la ridotta manutenzione di cui necessitano. I produttori di infissi in legno in questi ultimi anni sono diventati anche rivenditori di prodotti in Pvc, che prima rappresentavano solo una quota marginale del fatturato. Alcuni, invece, piuttosto che aprirsi al Pvc e dare continuità alla loro attività, hanno preferito chiudere, altri hanno portato l’azienda all’estero, dove ci sono meno problemi a livello burocratico. In Polonia e Romania con quattro formalità apri un’impresa. Qui in Italia abbiamo una burocrazia impressionante. Ci vuole più tempo a gestire tutte le pratiche che a produrre».
Oggi ci sono segnali di ripresa?
«La nautica, dopo anni grigi, ultimamente ha buone performance. Il settore immobiliare si sta riprendendo grazie alle ristrutturazioni. Anche se nel 2018 le detrazioni fiscali sono calate dal 65 al 50 per cento, sono state ancora interessanti per chi era intenzionato a ristrutturare casa. Sempre che la nuova Finanziaria non individui nuovi paletti, che, se confermati, sarebbero ulteriormente negativi…».
In questi anni, anche a Imola, c’è stato il boom delle case in legno. Immagino che di riflesso ne abbiano beneficiato anche i produttori di infissi in legno…
«Può sembrare una contraddizione, ma anche nelle case in legno, di solito, vengono installati infissi in Pvc».
Alla luce di questo quadro, che cosa sta facendo il consorzio Legnolegno per aiutare i produttori?
«In collaborazione con tutte le principali associazioni del settore, abbiamo lanciato il marchio Posa Qualità Serramenti, uno strumento che valorizza la qualità dell’installazione e la professionalità dei serramentisti italiani e che fornisce una garanzia al consumatore. Ci stiamo scontrando con multinazionali estere che producono finestre in Pvc con budget e risorse infinitamente più grandi delle nostre. E’ una lotta impari. Molto spesso la concorrenza è rappresentata da infissi provenienti da Polonia e Romania, dove i produttori beneficiano di manodopera a basso costo e agevolazioni. Per questo la merce arriva sul nostro mercato a prezzi così bassi. Ci stiamo battendo per far capire che è inutile dare incentivi se poi i soldi vanno all’estero senza lasciare alcun beneficio per far ripartire l’economia in Italia. Se compro un prodotto fatto in Italia, il beneficio resta qui, mentre se importiamo prodotti dall’estero, quel poco di mercato che c’è lo portiamo fuori. Questa è la triste realtà». (lo.mi.)
L”intervista completa è su «sabato sera» del 4 ottobre
Nella foto Fabio Ragazzini