Case della Salute e primari mancanti: le richieste del dg Andrea Rossi alla Regione per l”Ausl di Imola
«Se consideriamo che l’obiettivo del processo di riordino è l’integrazione, che etimologicamente significa rendere completo, direi che Imola porterà a casa qualcosa che prima non aveva…». Andrea Rossi, direttore generale dell’Ausl, sintetizza con questa battuta ottimista quanto si auspica per la sanità imolese dalla futura riorganizzazione metropolitana.
Il percorso di ascolto e partecipazione sul documento tecnico di riordino terminerà il 5 novembre. Nel frattempo, i cittadini del circondario hanno bisogno quotidianamente del pronto soccorso o dell’assistenza domiciliare, di interventi chirurgici, esami e cure. E se i timori per il futuro sono tanti, più concrete sono le esigenze del presente sotto forma di posti letto, servizi per i cittadini e personale. «Stiamo lavorando per attivare entro il 2019 alcune funzioni della Casa della salute di Imola, a partire dall’accoglienza – anticipa Rossi -, inoltre il 15 settembre abbiamo inviato alla Regione la richiesta con i fabbisogni triennali nella quale chiediamo di poter avere i primari per tutte le aree cliniche vacanti, cioè Pediatria, Oculistica, Gastroenterologia e Chirurgia generale».
La macchina del welfare e della sanità continua a girare. In alcuni casi prendendo direzioni apparentemente diverse rispetto al recente passato, vedi sui primariati, che Rossi rivendica come una risposta a chi gli chiede qual è il limite sotto il quale non è possibile scendere per Imola. Tassello fondamentale, secondo Rossi, sono le Case della salute. «Imola potrebbe diventare la prima Azienda usl ad avere sul territorio un numero di Case della salute tale da poter coprire il fabbisogno dell’intera popolazione. Abbiamo già quelle di Castello, Medicina e Borgo, manca solo quella per Imola e Mordano».
L’idea, nota da tempo, è quella di concentrare gradualmente tutte le funzioni nell’ospedale vecchio, liberando il Lolli, che a regime sarà messo a disposizione «di altre attività non esclusivamente sanitarie – spiega Rossi -. Ad esempio, come polo formativo e per l’università. Avremo bisogno di 25 mila metri quadrati per la Casa della salute sui 60 mila disponibili».
Il progetto già validato dall’Ausl costa circa 7 milioni per mettere mano ordinatamente alle strutture. «Non li abbiamo – ammette Rossi – quindi si procederà per gradi». (l.a.)
L”intero articolo è disponibile su «sabato sera» del 4 ottobre
Nella foto il direttore generale dell”Ausl di Imola Andrea Rossi