I complimenti di Moreno Mannini all”Imolese: «Ripagati gli sforzi, la città deve starle vicino affinché il sogno resti vivo»
L’Imolese in serie C fa tornare alla mente le grandi gesta del passato (non solo perché mancava dagli anni ’70) e di un calcio che ormai non esiste più, quando giovani di belle speranze partivano dai campi di provincia per provare a coronare il loro sogno di giocare in serie A. Anche Imola ha avuto i suoi «eroi», nati calcisticamente sulle rive del Santerno e finiti poi nell’Olimpo del calcio. Sotto l’orologio, quando si parla di loro, uno dei nomi che viene in mente è quello di Moreno Mannini (senza dimenticare Davide Bombardini e Giancarlo Marocchi, «Foffo» Beltrandi, Alfonso Bertozzi, Luca Capecchi e Roberto Mirri).
L”ex difensore della Sampdoria ha provato addirittura l’emozione di giocare una finale di Coppa dei Campioni. Purtroppo alla fine arrivò una sconfitta, ma nel cielo di Wembley, quel 20 maggio del 1992, simbolicamente c’era tutta Imola insieme a lui. Quella stessa città che gli ha permesso, nel 2000, di giocare l’ultimo match di una carriera fatta di coppe e di vittorie. «Il ritorno dei rossoblù in serie C è qualcosa di molto positivo – ha ammesso Mannini – e ripaga presidente e staff di tutti gli investimenti fatti finora».
Hai continuato a seguire l’Imolese in questi anni?
«Sono il suo primo tifoso e, anche se non vado spesso allo stadio, ogni domenica sera m’informo sul risultato».
Secondo la tua esperienza, in serie C potrà essere una bella realtà o una meteora?
«Ha lottato molto per arrivarci e sono sicuro che respirare l’aria del professionismo le farà bene per il futuro».
Come detto, la società ha fatto molto finora. Pensi che ora tocchi anche ad altri stargli vicino?
«Certo e mi riferisco al pubblico e al Comune che devono, in ogni modo, far sì che questo sogno rimanga sempre vivo».
d.b.
L”articolo completo su «sabato sera» all”interno dello speciale dedicato all”Imolese.
Nella foto: Moreno Mannini, a sinistra, in uno scontro di gioco contro Giancarlo Marocchi