Virus West Nile, la Regione ha convocato i sindaci per la lotta alle zanzare: “Disponibili ad aumentare i contributi”
La Regione invita a serrare le fila e intensifica le iniziative per contrastare la diffusione del virus West Nile. L’assessore alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, ha convocato in questi giorni i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia per illustrare le prossime mosse: una giornata di formazione il 7 novembre a Bologna per i tecnici comunali e gli operatori sanitari coinvolti nelle attività di sorveglianza e lotta alle zanzare e un convegno con la partecipazione di specialisti entro la fine del 2018.
Intanto sarà potenziato il gruppo regionale sulle malattie trasmesse dalle zanzare (costituito nel 2007 dopo l’epidemia di Chikungunya) e, contestualmente, si cercherà di mettere in campo strategie innovative per coinvolgere di più i cittadini nella disinfestazione contro gli insetti portatori del pericoloso virus, in considerazione del fatto che il 75-80% dei focolai si registra in aree private.
«Quest’anno ci siamo mossi nei tempi giusti, ma si è trattato di un anno davvero particolare, che potrebbe ripetersi – ha commentato Venturi -. Quindi, dobbiamo serrare le fila. Intanto rinnoviamo questo gruppo di lavoro, che è un gruppo tecnico: è la sede idonea in cui possono trovare risposta le specifiche esigenze territoriali e attraverso cui vengono fornite informazioni tempestive sui lavori e gli eventi in corso». Venturi ha garantito, inoltre, il sostegno economico della Regione per gli interventi di disinfestazione condotti dagli enti pubblici, sottolineando la disponibilità ad incrementarlo: la Regione contribuisce da sempre con un finanziamento consistente, “ed è sempre disponibile ad incrementarlo” ha concluso Venturi.
L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per fare il punto sui casi di persone infettate. L’assessore ha fatto sapere che si sono manifestate ad oggi in regione 96 forme neuroinvasive di West Nile e che dal 12 settembre non sono stati segnalati nuovi casi. I decessi sono stati 18 (il primo a Imola si è verificato il 13 settembre scorso, ndr), 66 i casi di forme febbrili e 26 le infezioni asintomatiche. Le persone decedute avevano tra i 63 e gli 87 anni.