Intervista a Fabrizio Rossini, un imolese tra gli organizzatori della tappa del Mondiale di volley
Sono giorni di fibrillazione per la pallavolo in regione: una tappa del Mondiale di volley arriverà in centro a Bologna. Il vecchio palaDozza sta affrontando in queste ore un nuovo restyling per abbracciarla: la seconda fase della corsa iridata che giocherà 6 partite tra venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 settembre. E in prima fila in questo evento di importanza planetaria, come è avvenuto spesso negli ultimi anni, c’è un imolese. Fabrizio Rossini. «E’ colpa di Massimo Righi, l’amministratore delegato della Lega – commenta Rossini -. E’ entrato a far parte del comitato organizzatore per la tappa bolognese e mi ha fatto una di quelle proposte, come sussurrava Marlon Brando, che non si possono rifiutare… Anche se è un periodo di superlavoro, mi ha fatto piacere: sto infatti incontrando vari amici con cui ho lavorato negli anni alla Federazione Internazionale».
Chi giocherà a Bologna?
«E’ un evento molto particolare. La prima fase qualifica le squadre per la seconda, la nostra appunto, e quindi non sappiamo ancora quali squadre arriveranno al palaDozza. Camere di hotel, pullman per gli allenamenti, viaggi, tutto è prenotato con targhette anonime. Non è semplice da comunicare, gli spettatori devono comprare il biglietto a prescindere dalle squadre, ma la nostra è una regione che ama il volley. Sa che arriveranno squadre top e infatti le gare del week-end stanno vendendo bene.
Perché hai lasciato Losanna e la Federazione internazionale?
«Avevo la possibilità di rientrare in Italia: dei cacciatori di teste mi avevano cercato per un altro sport, poi c’erano le proposte della Lega con il posto di vicedirettore e della Federazione italiana come direttore della comunicazione. La vita in Svizzera era abbastanza solitaria e complicata, avevo progetti di famiglia che ho potuto realizzare rientrando: più che altro una scelta di vita, anche se il lavoro alla Fivb era davvero stellare ed estremamente interessante. Anche il finale è stato bello: nel penultimo giorno sul Lago Lemano stavo preparando il classico scatolone in ufficio. Il vicepresidente entrò con un contratto di consulenza, in bianco… You can write yourself role and figures, mi disse: cioè, metti tu ruolo e cifre. Non me lo sarei mai aspettato: la Fivb dell’epoca era famosa per i suoi licenziamenti improvvisi».
Segui ancora le squadre imolesi?
«Non dimentico da dove sono partito: in particolare i gradoni di via Volta, da dove ho anche usato il primo cellulare che avessi mai visto, quello di Radio Imola, un affare da cinque chili che scaldava come una stufa e con la batteria per soli quattro set. Seguo i risultati, a Bologna abito vicino a Brunella Filippini, ex star del Famila, e poi ci sono i social che aiutano a stare in contatto con tanti giocatori e giocatrici di quel periodo».
L’Italia vincerà i Mondiali?
«Lo speriamo tutti. La squadra è forte, ben preparata. Ma vale sempre la regola base dello sport: essere nel posto giusto e in forma al momento giusto». (p.z.)
L’articolo completo su «sabato sera» del 20 settembre.
Nella foto: Fabrizio Rossini sul palco della Federazione Internazionale