Imola si prepara a celebrare Vittorio Adorni e i 50 anni del Mondiale ’68 di ciclismo
Domenica 1 settembre 1968 Vittorio Adorni diventò campione del mondo dei professionisti al termine di una lunga leggendaria di 230 km, gli ultimi 90 in solitaria. Imola celebrerà il 50° anniversario con un calendario di iniziative all’autodromo Enzo e Dino Ferrari che dura tre giorni, da domani, venerdì 21, a domenica 23 settembre. «Di quella vittoria si è detto tanto – dice subito Adorni -. Per me è stato strano e speciale: solitamente per correre i campionati del mondo si andava all’estero, in Paesi lontani, mentre quello del 1968 era un vero e proprio Mondiale di casa, essendo io di Parma. La cosa che mi ha stupito, nei 50 anni successivi, è che tantissime persone all’estero hanno un chiaro ricordo di quella giornata a Imola. Recentemente ho incontrato un gruppo di belgi che mi hanno detto: Adorni… Imola!. Sarà per via dello scenario inconsueto all’autodromo, o perché in seguito lì è morto Ayrton Senna. O forse perché quella fuga di 230 km è molto più facile da ricordare rispetto a un velocissimo arrivo in volata». Il clou domenica con la consegna del «Grifo Città di Imola» ad Adorni.
Passa spesso da Imola?
«Ero in città anche in occasione della tappa del Giro d’Italia, ho fatto il giro dei Tre Monti in macchina. Il percorso è sempre lo stesso, inconfondibile, un posto bellissimo per chi va in bici. Stessa cosa per l’autodromo. Rispetto a quel Mondiale ho visto cambiare le tribune, e anche il circuito dei Tre Monti, su cui sorgevano solo poche case di contadini, ora è circondato da belle case e ville. E’ strano ma bellissimo potersi fermare a Imola, anche solo a mangiare quando si è di passaggio. Ho vinto il campionato del mondo a 130 km da casa, se avessi vinto in Canada o in altri Paesi lontani non sarebbe stato facile tornare lì». (ma.ma.)
L’articolo completo e il programma dei festeggiamenti su «sabato sera» del 20 settembre.
Nella foto: Vittorio Adorni durante i Mondiali del 1968 a Imola, gentilmente concessa dalla Mostra di Parma (Archivio Freschi-Gandolfi-Adorni)