Testamento biologico, dall”entrata in vigore della legge a gennaio 250 disposizioni raccolte in quattro comuni
A fine gennaio è entrata in vigore, dopo anni di dibattiti, la legge sul cosiddetto testamento biologico (la numero 209 del 2017), ossia le norme che regolano il «consenso informato e le disposizioni anticipate sul trattamento» (le Dat, appunto). In pratica si tratta di un documento nel quale ogni persona in grado di intendere e di volere può mettere nero su bianco la propria volontà rispetto ai trattamenti ai quali desidera o non desidera essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o per traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio volere. Lo scopo è quello di evitare accanimenti terapeutici o prolungamenti della vita oltre la soglia di quella che ognuno considera la dignità umana. Da qui l’idea delle Dat, per tentare di cominciare, dal basso, a chiarire le proprie volontà.
La nuova legge prevede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto su accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche o singoli tratta-menti sanitari, come riportato sul sito ministeriale www.salute.gov.it/portale/dat/homeDat.jsp. Le Dat possono essere redatte in diverse forme, ossia come atto pubblico, come scrittura privata autenticata da un notaio o, ancora, come scrittura privata consegnata personalmente presso l’ufficio dello Stato civile del proprio Comune di residenza, che provvede all’annotazione in un apposito registro, ove questo sia stato istituito.
La legge, inoltre, prevede la possibilità di indicare nelle Dat un fiduciario, che rappresenti l’interessato nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. E’ un atto gratuito perché esente dall’obbligo di registrazione, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta, diritto e tassa. A nove mesi di distanza dall’entrata in vigore della legge, abbiamo fatto il punto della situazione nel nostro territorio.
I primi due Comuni ad aver istituito il registro delle Dat sono stati Imola e Medicina. Un fatto che non sorprende, visto che entrambi gli enti locali avevano attivato già da anni (rispettivamente dal maggio del 2011 e dal dicembre del 2012) dei «pre-registri». Una scelta politica che tuttavia era stata accolta tiepidamente dai residenti (per Imola si parla di 138 in quasi sette anni, per Medicina di appena 8 in cinque anni). L’entrata in vigore della legge ha dato nuovo slancio ai cittadini, tanto che in pochi mesi Imola ha già ricevuto 226 Dat e Medicina 11. (gi.gi. mi.mo.)
L’articolo completo è su «sabato sera» del 13 settembre
Nella foto la sezione del sito del Ministero della Salute dedicata alle Dat