Il viaggio dei coniugi imolesi Palladini, 400 km a piedi tra i mari scozzesi
400 chilometri a piedi, con lo zaino in spalla a fine luglio, da Hopeman, sulla costa del Moray, per arrivare sulle rive occidentali dell’isola di Iona, in faccia all’Oceano Atlantico, in 14 tappe consecutive. E” questo il viaggio dei coniugi Paolo Palladini e Gigliola Mongardi in Scozia, nelle Highlands, attraverso un percorso che da nordest, dal Mare del Nord, corre trasversalmente, in direzione sudovest, fino all’Oceano Atlantico. Dalle coste del Moray, sul Mare del Nord, si raggiunge l’arcipelago delle Inner Hebrides, sull’Oceano Atlantico, attraversando tutta la Scozia. La via si snoda tra i monti delle Highlands centro-occidentali ed è impreziosita dalla sequenza di grandi laghi, di boschi di pini, di brughiere fiorite.
Il primo lago che si incontra procedendo verso sudovest è il Loch Ness, noto in tutto il mondo per «Nessie», come viene affettuosamente chiamato dagli scozzesi il mostro che, si dice, vive all’interno delle sue acque. A Drumnadrochit, uno dei piccoli borghi che si affacciano sul Loch Ness, c’è addirittura un museo nel quale è documentata tutta la storia di «Nessie». Se il mostro del Loch Ness è il protagonista della prima parte della Via della Grande Valle, la catena del Ben Nevis, la montagna più alta della Gran Bretagna, domina la scena nella seconda parte. Il Ben Nevis è alto poco più di 1.300 metri, si è formato a seguito di eruzioni vulcaniche e le sue pareti nord, resti dell’interno del cratere, sono verticali. Una vecchia strada militare che parte da Fort William, ai piedi del Ben Nevis, consente di salire in quota, di aggirare la catena montuosa e di scendere nella valle di un altro lago, il Loch Leven, stretto e pittoresco come un fiordo. La via si snoda in mezzo alle montagne, in un ambiente tipico delle Highlands, con pendii ricoperti di eriche e muschi lungo i quali scorrono ruscelli di acqua limpida.
La strada che costeggia il Loch Leven conduce verso la costa occidentale, alle porte dell’Oceano Atlantico. L’arcipelago delle Inner Hebrides fa da corona a questa parte delle coste scozzesi. Iona è l’ultima isola dell’arcipelago, la più a ovest di tutte, quella che si affaccia direttamente sull’oceano. E” da sempre considerata dagli scozzesi lo scrigno sacro della nazione. Sull’isola, di fianco all’abbazia, furono sepolti molti re scozzesi. Dalla costa occidentale di Iona lo sguardo può correre lontano, verso l’ultimo orizzonte sull’Oceano Atlantico. Qui ha termine questa lunga via tra i due mari.
r.c.
La storia completa su «sabato sera» del 13 settembre.
Nella foto: l”arrivo dei due camminatori imolesi sull”Oceano Atlantico