Domani al via la stagione ufficiale della caccia, ecco i tipi di attività ammessi e le regole da seguire
Apre ufficialmente domenica 16 settembre la stagione venatoria, dopo la pre apertura del 1° settembre limitata alla caccia da appostamento di alcune specie migratorie. Dalle 7.05 del 16 sarà dunque possibile praticare l’attività nelle forme tradizionali, con l’uso dei cani.
Per la precisione saranno consentite la caccia alla fauna stanziale (tra cui coniglio selvatico, fagiano e lepre) e quella alle specie migratorie permesse (beccaccino, anatidi, colombaccio, folaga e altri). Due le giornate di apertura fino al 30 settembre: la domenica e il giovedì, entrambe dalle 7.05 alle 13, mentre fino alle 19.10 sarà permessa soltanto la caccia d’appostamento. Dal 1° ottobre partirà anche la caccia all’allodola e alla beccaccia e le giornate saranno tre, a scelta, escludendo però il martedì e il venerdì. Altre due giornate potranno essere dedicate all’attività che riguarda le specie migratorie, purché d’appostamento (fino al 29 novembre).
Periodi e regole diversificate in base alle caratteristiche degli animali (specie, sesso, età) sono invece in vigore per la caccia di selezione agli ungulati (capriolo, cervo, cinghiale, daino, muflone), partita il 15 aprile scorso e in calendario fino al 14 marzo, secondo specifici piani di prelievo predisposti dalla Regione. La caccia in squadra al cinghiale, invece, è limitata ai tre mesi che vanno dal 1° ottobre al 31 dicembre nei siti di collina e montagna di Rete Natura 2000, mentre nel resto del territorio si svolge dal 14 ottobre al 13 gennaio 2019.
Tra le regole che i cacciatori devono rispettare, ricordano dalla Città metropolitana di Bologna, c”è anche quella di indossare almeno un capo d’abbigliamento di colore giallo o arancione, che permetta una migliore visibilità e dunque di prevenire incidenti. A vigilare sul rispetto delle norme saranno gli agenti della Polizia provinciale in divisa e i volontari autorizzati a svolgere funzioni di guardia giurata venatoria.
Intanto, in vista dell’apertura di domenica, Coldiretti Emilia Romagna interviene per sollecitare la Regione ad approvare il Piano faunistico-venatorio «atteso da tre anni». «Senza le nuove norme manca la possibilità di un più serrato controllo dei cinghiali che metta un freno al proliferare incontrastato di questi animali – denuncia l’associazione regionale -. Dal 2000 ad oggi, nella nostra regione sono più che raddoppiati, raggiungendo i 150 mila esemplari, che scorrazzano liberi per campi e strade, devastando i raccolti e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. Il nuovo Piano rafforza l’azione di controllo degli animali anche con l’intervento degli agricoltori provvisti di regolare licenza di caccia, che possono abbattere gli animali su autorizzazione della polizia provinciale. Si tratta di un provvedimento già adottato in altre regioni e che già due anni fa Coldiretti Emilia Romagna aveva chiesto con una grande manifestazione davanti alla Regione, dove erano arrivati più di diecimila agricoltori esasperati dalla continua devastazione dei loro raccolti».
«I danni da animali selvatici nell’ultimo anno nelle aziende agricole dell’Emilia Romagna – prosegue la Coldiretti regionale – sono superiori a 2 milioni di euro, 700 mila dei quali dovuti ai cinghiali, che nei campi danneggiano soprattutto cereali e prati pascolo, rendendo impossibile il raccolto di grano e mais e inutilizzabile i foraggio per gli allevamenti, con la conseguenza che negli ultimi dieci anni nelle zone di collina e montagna dell’Emilia Romagna sono scomparsi 300 mila animali, tra pecore, mucche e maiali, con la chiusura di 5.000 allevamenti, con tutto ciò che ne consegue in termini di occupazione». (r.c.)