Il Circondario, tentazioni di smantellamento di un”unione dei Comuni complicata ma con tanti vantaggi
Tutti contro il Circondario. Lunga vita al Circondario. Certo è difficile districarsi e capire cosa racchiuda la bufera politica iniziata la scorsa settimana con l’approvazione, da parte del Consiglio comunale di Imola, della mozione che impegna la Giunta ad attivarsi per promuovere la modifica dell’articolo 2 dello Statuto del Circondario, quello che disciplina le modalità di recesso. Per la cronaca, la mozione è stata presentata dalla Lega Nord, che siede all’opposizione; hanno votato a favore in 18, oltre ai leghisti anche Patto per Imola e tutti i consiglieri di maggioranza 5 Stelle, contrari i consiglieri di opposizione del Pd e Imola guarda avanti. La soddisfazione dei leghisti ha evidenziato subito che oltre la valenza concreta (maggiore libertà per gli enti locali) l’intenzione è politica con un occhio alle prossime amministrative: «Vogliamo iniziare a smantellare pezzo dopo pezzo quelle istituzioni che per anni sono servite al Pd per mantenere il controllo su tutto il territorio».
Detto ciò, tutti sanno che un dissolvimento dell’ente di secondo livello, nato nel 2004, sarebbe complesso e non troppo auspicabile: oggi sono le unioni dei Comuni (come il Circondario) a beneficare delle maggiori erogazioni e fondi, in quanto indice di economie di scala ed efficienza. Imola, e forse Castello e Medicina potrebbero avere la forza per reggersi da soli, ma le realtà più piccole, della vallata e non solo, si troverebbero a mal partito. Non a caso i sindacati, Cgil e Cisl, hanno stigmatizzato come «grave e ingiustificata» la mozione.
La stessa sindaca pentastellata, Manuela Sangiorgi, ha sottolineato come vi siano alcune gestioni associate del Circondario da promuovere per efficienza e qualità come la polizia municipale e altre da migliorare a causa della carenza di personale, come la centrale unica di committenza, riconoscendo che «vi sono fondi che oggi giungono solo alle unioni dei Comuni». Claudio Frati, assessore imolese al Bilancio e Personale, ha chiarito che: «La mozione non vuol dire che Imola uscirà dal Circondario. L’approvazione è stato anche un segnale politico perchè in questi primi mesi di questa nostra amministrazione riteniamo di essere stati attaccati in maniera pretestuosa e abbiamo voluto dare un messaggio ai nostri colleghi all’interno del Circondario».
Il sindaco di Castel San Pietro e vicesindaco della Città metropolitana, Fausto Tinti, e il collega sindaco di Medicina e presidente del Circondario, Onelio Rambaldi, si sono sentiti tirati ruvidamente per il bavero istituzionale e politico. Tinti ha rilanciato così: «Per me il Circondario è fuori discussione e si rimane. Massima disponibilità, ma se la sindaca non viene alle riunioni come sta facendo, non esercita il suo ruolo e blocca l’attività dell”ente o Imola vuole uscire, allora noi, con Medicina Dozza e Castel Guelfo, se vogliono, faremo un’altra unione. Non avere il Circondario sarà un danno per tutti: ricordo che i Comuni singoli non hanno possibilità di accedere ai fondi strutturali stanziati dall’Europa tramite la Regione e la Città metropolitana come i 10 milioni arrivati per le scuole superiori dell’imolese (per ristrutturare convitto Scarabelli e nuovo polo licei, ndr)». Rambaldi ha rincarato la dose: «E’ grazie anche al Circondario se abbiamo ancora un’Ausl autonoma. Se cambiamo il perimetro rischiamo di essere tutti più deboli. Medicina potrebbe anche stare da sola o andare con Bologna o con Castello. E gli altri?».
L’idea di arrivare ad uno «spacchettamento» dei Comuni non è una novità. Partendo dalla modifica dello statuto. Brigida Miranda, consigliera della lista civica di centrodestra a Castel Guelfo, lo chiede da tempo e ha presentato una mozione in tal senso all’assemblea del Circondario (di cui fa parte). Vedremo come finirà quel voto. (l.a.)
L”articolo completo sul “sabato sera” del 13 settembre.
Sabato 8 si e’ parlato della possibile uscita di Imola dal Circondario davanti ai cittadini durante un incontro della Festa della Cgil, nella foto da sinistra Onelio Rambaldi, Mirella Collina segretaria Cgil Imola, Lara Alpi (giornalista di «sabato sera» che moderava), Claudio Frati e Fausto Tinti