Il pilota Andrea Bartolini ha provato la pista imolese di motocross in vista del Mondiale: «Il pubblico si divertirà»
Ha gareggiato in tutti i posti dove si poteva e si doveva correre nel motocross, passando dalla pista sotto casa di Casalfiumanese fino ad arrivare a Namur, denominata la Montecarlo del motocross, dove nel 1998 mise a rischio la carriera a seguito di un grave incidente, per poi diventare campione del mondo l’anno dopo. Ma una delle caratteristiche di Andrea Bartolini ancora oggi è quella di guardare sempre avanti, di essere curiosi di cosa si può fare con una moto da cross, e quando gli è stato chiesto di provare la parte di pista già pronta (quella sul monte della Rivazza) del Gran Premio d’Italia, in programma all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola il prossimo fine settembre, non si è fatto pregare. «Franco Ercoletti, che coordina tutti i lavori della pista, mi ha chiamato e ho fatto qualche giro – attacca Andrea -; sicuramente è stata una bella esperienza, anche se ovviamente ristretta a quanto ho potuto girare».
Dal disegno alla realtà, hai mai visto una cosa simile?
«Il tratto che adesso è pronto all’interno del terrapieno della Rivazza è ovviamente solo una parte della pista, però mi ricorda molto Zolder, un altro autodromo come Imola dove gareggiai nel 2003 e nel 2004, anche se lì venne riportata sabbia e non terra, ma del resto in Belgio è sempre così…».
Che altre sensazioni ti ha trasmesso quella piccola parte di tracciato dall’interno del casco?
«La prima cosa che mi è venuta in mente è che sicuramente gli spettatori che staranno sulla Rivazza si divertiranno parecchio. Non sono davvero tante le piste dove puoi vedere il tratto più spettacolare da vicino e goderti anche il resto».
E dentro la pista?
«I salti sono calibrati abbastanza bene e ci sono solo piccoli dettagli da sistemare. Ci siamo concentrati sulle traiettorie e sui bob (gli appoggi delle curve, nda) che nel motocross di oggi sono fondamentali, quindi la consistenza ed il mix della terra deve essere importante, in quanto gareggeranno cinque classi, ovvero le tre del mondiale (Mxgp, Mx2 e Femminile), il monomarca Yamaha e l”Europeo 300. In quella parte che ho provato il disegno è comunque bello perché di fatto c’è un’interessante zona ritmica prima di fare la curva di ritorno in fondo, che di fatto è simile alla Rivazza stessa, ovvero una curva a circa 180 gradi».
m.r.
L”articolo completo su «sabato sera» del 6 settembre.
Nella foto: Andrea Bartolini sul tracciato imolese già pronto, ovvero quello sul monte della Rivazza