Nidi d”infanzia, la Regione stanzia oltre 7 milioni di euro per rafforzare e qualificare il sistema emiliano romagnolo
Un finanziamento da 7 milioni e 250 mila euro per i nidi dell’Emilia Romagna. La Giunta regionale ha approvato in questi giorni lo stanziamento di risorse che andranno a consolidare e qualificare il sistema educativo per la fascia d’età 0-3 anni.
Nella suddivisione delle risorse per province, a Bologna arriverà una fetta del valore di 2.054.757 euro, nella forma di contributi che saranno assegnati dalla Regione direttamente ai Comuni e alle Unioni, ripartiti in base al numero dei bambini iscritti ai servizi. Per quanto riguarda gli obiettivi, la maggior parte dei finanziamenti è destinata alla gestione e consolidamento dei servizi per la prima infanzia, con un incremento di 182.700 euro per i bambini iscritti ai nidi dei Comuni di montagna e una quota aggiuntiva di 137.000 euro assegnati sulla base del numero di bambini con disabilità. La cifra di 725.000 euro andrà invece impiegata per la qualificazione dei servizi educativi, attraverso il coordinamento pedagogico territoriale (300 mila euro) e la formazione permanente del personale (425 mila).
Come spiega la vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Elisabetta Gualmini, l’assegnazione delle risorse arriva dopo l’approvazione, nei mesi scorsi da parte dell’Assemblea Legislativa, del nuovo programma triennale per la prima infanzia. Il preciso obiettivo, sottolinea Gualmini, è quello di «aumentare il numero dei bambini iscritti ai nid ie ai servizi educativi, attraverso la riduzione delle liste d’attesa e del costo delle rette. Abbiamo sempre detto che le famiglie e i bambini sono al centro delle nostre politiche di welfare e i nidi rappresentano, per molti genitori con figli piccoli, un pilastro nell’organizzazione della vita quotidiana».
L’intero programma triennale 0-6 anni prevede uno stanziamento di 11 milioni di euro, già messi a bilancio nel 2018. I finanziamenti devono essere impiegati anche contenerei costi delle rette e ridurre le liste d’attesa per le iscrizioni, garantire il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali e la formazione degli operatori dei servizi educativi; valorizzare nel suo insieme il sistema pubblico-privato dei servizi per l’infanzia, tramite la promozione dello strumento delle convenzioni. Una novità negli indirizzi di programmazione è quella di prevedere la graduale promozione sul territorio regionale dei “Poli per l’infanzia”, che riuniscono in un unico o più edifici vicini gli asili nido e le scuole per l’infanzia, con l’obiettivo di assicurare la continuità educativa ai bambini dalla nascita fino a 6 anni.
Guardando all’articolazione del sistema dei servizi educativi per la prima infanzia, ricordiamo che in Emilia-Romagna sono operativi nidi d’infanzia per i bambini da 3 a 36 mesi, sia a tempo pieno che a tempo parziale; servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi; servizi integrativi, come lo Spazio bambini e i Centri per bambini e famiglie.
Per chiudere con i numeri, gli iscritti dell’anno 2016-2017 in Emilia Romagna, secondo l’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza, erano oltre 33 mila, inseriti nei 1.225 servizi educativi da 0 a 3 anni. Nell’area metropolitana di Bologna i servizi sono 297 e gli iscritti 8.988.
Nella foto la vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini