Arriva l”autunno e il periodo dei funghi. A settembre riapre l”Ispettorato micologico dell”Ausl di Imola
L”estate sta finendo… e dal 1° settembre al 15 novembre, salvo proroghe, riaprirà l’Ispettorato micologico dell’Ausl di Imola. L”arrivo dell”autunno, infatti, visto il clima umido e temperato, è molto favorevole alla crescita dei funghi, richiamando molti appassionati raccoglitori nei boschi. Le specie e le varietà sono tante, ma purtroppo non tutte sono commestibili. Alcune, infatti, tossiche o velenose assomigliano a quelle commestibili e possono ingannare il raccoglitore poco esperto.
Per prevenire tali rischi, l’Ispettorato micologico dell’Ausl di Imola è a disposizione dei cittadini in via Amendola 8 nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e sabato dalle 12,30 alle 13,30 (tel. 0542-604944). Nei giorni di mercoledì e venerdì saranno comunque soddisfatte le domande di certificazione contattando il front office che è disponibile al numero telefonico 0542-604950 negli orari d’ufficio (dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 12,30).
La certificazione dell”Ispettorato è a titolo gratuito e ricomprende sia i funghi destinati al consumo diretto sia le partite di funghi spontanei destinati alla vendita. «Nel corso degli anni abbiamo identificato diversi funghi velenosi come: Amanita phalloides, Lepiota a piccola taglia, Galerina marginata, Entoloma lividum (sinuatum), Cortinarius orellanus ecc.. funghi che possono portare alla morte o alla necessità di un rapido trapianto di organi. – spiega Francesco Baldinini, micologo dell’Ausl di Imola – Inoltre, con costante e preoccupante regolarità sono stati presentati anche atri funghi come: Clitocybe olearia, Hypholoma fascicolare, clavaria, Russula emetica e Agaricus xanthoderma (xantodermus), che possono provocare intossicazioni/avvelenamenti di varia entità. Molti di questi funghi velenosi o tossici spesso sono stati raccolti in parchi delle città o giardini domestici. Purtroppo non sono neppure mancate situazioni in cui i cittadini non si sono rivolti a noi e sono finiti in ospedale con gravi complicazioni. Tra le cause più comuni di errore il confondere funghi mangerecci con sosia non commestibili capaci di trarre in inganno con la loro somiglianza i raccoglitori. Come nel caso delle pericolosissime Lepiota a piccola taglia (Helveola, bruenneoincarnata, josserandii) che, invece, possono essere scambiate con l”innocuo e commestibile Marasmius oreades (gamba secca/chiodino)».
Si ricorda, inoltre, che è indispensabile per la propria sicurezza sottoporre tutti gli esemplari raccolti al controllo dell’Ispettorato micologico prima del consumo. Per una buona riconoscibilità i reperti devono essere integri (devono essere presenti sia il gambo che il cappello), e i funghi raccolti devono essere riposti in contenitori adeguati, (rigidi o a rete), areati ed idonei a diffondere le spore. Sono, quindi, vietatate le buste di plastica o i sacchetti. Nel caso si sospetti un caso di avvelenamento o di intossicazione è necessario contattare subito il 118 o recarsi al Pronto Soccorso, riferendo al personale sanitario quanto tempo è intercorso tra l’ingestione dei funghi e la comparsa dei sintomi e descrivendo con precisione i funghi ingeriti. E” importante anche che eventuali funghi non utilizzati o scarti della pulitura devono essere portati con sé in ospedale perché possono essere di grande aiuto per l’identificazione.
Intossicazioni ed avvelenamenti che sono stati registrati anche nel 2017 dove i casi verificati, grazie anche alle condizioni climatiche avversa che hanno portato ad una raccolta molto modesta di funghi, sono stati solo due, contro gli otto del 2016. Nel primo caso si erano reperiti resti di gambi e parti del cappello riconducibili alla famiglia delle boletaceae che, al suo interno, contempla anche alcuni esemplari poco tossici e/o velenosi non ritenuti pericolosi per l”uomo, ovvero i cui disturbi normalmente lievi si risolvono in poche ore. Nel secondo caso, invece, il consumo di Amanita ovoidea, fungo di cui è sconsigliato il consumo non solo perché indigesto ma perché inoltre, per le proprie caratteristiche morfologiche, può essere facilmente confuso con altri esemplari di amanite bianche assai pericolose e/o mortali.
r.c.
Nella foto: l”ospedale «vecchio» a Imola