E” tempo di vendemmia in Emilia Romagna: bene quantità e qualità, per gli addetti ecco i voucher
Buone prospettive per la vendemmia 2018 che, come avviene da qualche anno, parte con una decina di giorni di anticipo. Lo dice Coldiretti Emilia Romagna, che prevede per questa stagione il ritorno alla normalità produttiva, dopo il calo del 23% registrato nel 2017 a causa della situazione climatica.
“La produzione – sottolineano dall”associazione – dovrebbe tornare a circa 7 milioni di quintali, con una qualità di ottimo livello, grazie anche al sole che ha caratterizzato le ultime settimane di maturazione”.
Inoltre, per l”organizzazione della raccolta i produttori possono contare sul ritorno dei voucher, uno strumento agile e flessibile, che semplifica l”assunzione di manodopera per periodi limitati.
La Coldiretti regionale fa poi il punto sulle diverse varietà di uva: “È già avanti la vendemmia delle uve destinate alla spumantizzazione (Pinot, Chardonnay, Moscato) ed è pronta al via la raccolta dei vini bianchi classici: Albana, Trebbiano, Pignoletto, Ortrugo, Malvasia, per ricordare i più importanti. Nella prima decade di settembre inizierà inoltre la vendemmia delle uve per i vini rossi, dal Sangiovese al Gutturnio, dal Lambrusco al Merlot, fino al Cabernet che chiude la vendemmia”.
Proseguendo con le previsioni, la maggior crescita a livello quantitativo è attesa in Romagna, ad eccezione delle aziende che hanno subito grandinate tra fine giugno e inizio luglio. Qui la produzione è in aumento su tutte le varietà di vino, mentre nel bolognese crescono i bianchi e risultano in leggero calo i rossi.
L”alta qualità delle uve è inoltre la base essenziale per ottimi vini. Coldiretti sottolinea che poco meno della metà dei vini della regione, vale a dire una percentuale del 48,9%, è destinata alla produzione di vini Doc (21,4%) e Igt (27,5%), mentre la restante percentuale (51,1%) contempla vini da tavola e vini varietali.
In totale i vini Doc sono 18, quelli Igt 9, mentre due, Albana di Romagna e Pignoletto classico dei Colli bolognesi, sono i vini che si avvalgono della denominazione di origine controllata e garantita (Docg).
Per completare il panorama dei numeri, l”associazione ricorda che “in Emilia Romagna ci sono 51 mila ettari di vigneto, coltivati da 19 mila aziende, più di un terzo delle quali (35%) vende direttamente al consumatore. Quella della vendita diretta del vino è una tendenza in continuo aumento negli ultimi anni anche come risposta alle richieste dei consumatori di conoscere personalmente il produttore, scoprire le caratteristiche del prodotto e visitare il territorio di origine”.
“Il comparto vitivinicolo in Emilia Romagna – conclude Coldiretti regionale – rappresenta oltre il 6% della Plv regionale, dà lavoro a 150 mila addetti e nel 2017 ha contribuito alle esportazioni per un valore di oltre 320 milioni di euro”.