Un affresco del Trecento ritrovato in un oratorio vicino a Firenzuola: la scoperta e il restauro
Risale al 2014 la scoperta di un affresco alle pareti sbrecciate dell’oratorio di Santa Cristina a Bordignano, in comune di Firenzuola. Tra le persone coinvolte in questo ritrovamento c’è Emilio Prantoni, esperto di arte che ha pubblicato numerose opere con Bacchilega editore, che fa un punto della situazione.
«Una volta fatta la scoperta, ne demmo subito notizia alla Soprintendenza di Firenze e al direttore dell’ufficio di Arte sacra, monsignor Timothy Verdon, che inviò una commissione a verificare la consistenza del rinvenimento. Dopo un primo esame, la commissione ritenne l’affresco interessante, attribuendolo stilisticamente alla scuola giottesca e ci invitò a prendere iniziative per la salvaguardia del bene culturale».
Di che affresco si tratta?
«L’affresco raffigura un Cristo crocefisso in stile trecentesco, e una Madonna, di esecuzione posteriore, della quale si vede bene la figura intera, escluso il viso, del quale è però ben evidente la sinopia. Essendo stato l’affresco “scialbato”, ossia sbiancato a calce per una disinfezione in occasione di un’epidemia di peste, durante il restauro dovrebbero risultare altri elementi».
Che interventi sono stati fatti per il suo recupero?
«Il parroco di Piancaldoli e amministratore di Bordignano, don Giorgio Badiali, con l’aiuto di un gruppo di volontari, mise in sicurezza l’edificio che, abbandonato da mezzo secolo, si dimostrava in precarie condizioni. Un primo progetto di recupero prevedeva il distacco dell’affresco, ma, dopo alcuni colloqui con la Soprintendenza, dato l’alto rischio che questa operazione comportava, si ritenne di procedere al restauro in loco».
Quindi avete proceduto con il restauro…
«Non subito, perché non c’erano finanziamenti. Come succede sempre in questi casi, perciò, ci siamo messi alla ricerca dello “sterco del Diavolo”, come lo chiama l’attuale Pontefice: sarà pure sterco ma chi ce l’ha lo tiene ben stretto. Infine, abbiamo trovato ascolto, interesse e disponibilità presso la Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze, la quale, riconoscendo il valore e l’importanza dell’intervento, specialmente considerando la collocazione territoriale, povera di elementi d’arte, ha concesso il finanziamento del restauro. Non si tratta certamente di un’opera maggiore della storia dell’arte italiana, ma, come scrissi in un libro abbastanza recente “quando l’ala della Storia sorvola il nostro territorio dobbiamo raccogliere tutte le penne…”. Così ab-biamo fatto e cercheremo di fare».
Ora a che punto siete?
«Il lavori di restauro sono iniziati il 4 giugno e sono condotti dalla dottoressa Loredana Di Marzio. Già in questa fase hanno rivelato particolari interessanti, che speriamo possano essere visibili a tutti al termine dell’intervento. Intanto, venerdì 29 giugno, la dottoressa Jennifer Celani, funzionario della Soprintendenza di Firenze per il Mugello, si è recata in visita al cantiere di restauro e ha ritenuto l’affresco di notevole interesse, anche per le sorprese che sembra promettere durante il complicato lavoro di recupero».
L’articolo completo è su «sabato sera» del 2 agosto
Nella foto da sinistra: Emilio Prantoni, Paola Ravaglia e Loredana Di Marzio