Calcio, cinque giovani ambizioni arrivati all”Imolese e cinque storie tutte da raccontare
Tre ragazzi del ’99 e due millennials. Giannini, Rinaldi, Ciofi, De Gregorio, Patrignani: cinque giovani (il sesto, Sarini, è arrivato in anticipo rispetto agli altri, come secondo acquisto di mercato), cinque storie diverse con la voglia di sfondare nel calcio come denominatore comune, così come per tutti è stato colpo di fulmine con il «mondo Imolese».
Giuseppe Giannini. «Sì, alla lontana siamo cugini di secondo o terzo grado». Con un nome e cognome così, non si poteva non chiedergli se ci fosse eventuale parentela con il «Principe» della Roma anni ’80 e ’90. «Mio babbo si chiama Francesco, mio nonno Giuseppe: è la tradizione di famiglia che portiamo avanti. Non ho guardato alla categoria nella quale l’Imolese potrebbe giocare – ammette la mezzala classe 2000, che arriva in prestito dal Tau Altopascio -, anche se, ovviamente, per noi giovani cambierà tanto in caso di professionismo. Spero che Imola possa essere il trampolino di lancio, i presupposti per fare bene ci sono tutti e farò il massimo per sfruttare questa occasione».
Andrea Rinaldi. Il «post» con il quale su Facebook ha salutato Zingonia ed il «mondo Atalanta» fa capire come questa mezzala del 2000 sia già grande quanto a sensibilità e sentimenti. «Sono rimasto affascinato dal modo di lavorare dell’Imolese, dalla passione e dalla serietà che mi hanno subito trasmesso dal primo incontro: sono ambiziosi come me – parola del prodotto del vivaio neroblù -, non potevo trovare di meglio. In questo momento dobbiamo vivere il discorso relativo alla categoria in maniera serena, per noi giovani sarà formativa sia la D che la C, visto che sarà il nostro primo anno fra i grandi».
Raffaele De Gregorio. Lui l’Imolese l’ha già incontrata, visto che il terzino sinistro classe ’99 era titolare di quell’Adriese che 2 anni fa, vincendo al Galli, negò di fatto ai rossoblù di Baldini la promozione alla categoria superiore. «Ricordo quella partita e ho capito cosa può aver provato l’Imolese in quella stagione – ammette De Gregorio, che arriva in prestito dalla società campana del Sant’Agnello – visto che con il Matelica l’ho vissuto quest’anno, quando per noi la serie C è sfumata all’ultima giornata. Ad Imola ho trovato una società solida e in ascesa, come dimostra quello che ho visto al Bacchilega, che è un altro mondo rispetto alle mie precedenti esperienze».
Rocco Patrignani. Javier Zanetti come modello, con i primi calci da attaccante che arretra poi sulla linea difensiva, strizzando però l’occhio alle sgroppate sulla fascia destra. «In questi anni, prima alla Fiorentina e poi al Perugia, ho ricoperto sia il ruolo di centrale difensivo che di esterno a destra. Appena è arrivata la chiamata dell’Imolese non ci ho pensato due volte – conferma l’ex perugino -. La prima chiacchierata con il direttore sportivo Filippo Ghinassi mi ha confermato le sensazioni che avevo provato vedendo il Bacchilega, ovvero di una società ambiziosa e seria che mi permetterà di misurarmi in un campionato con giocatori Senior ben diverso da quelli affrontati finora, come ho già visto dall’intensità dei primi allenamenti».
Andrea Ciofi. Quella foto, correndo al fianco di Totti a Trigoria; quei 30 minuti giocati contro la Chapecoense all’Olimpico la scorsa estate; la presenza in Uefa Youth League (la Champions dei giovani) contro il Qarabaq: 3 istantanee difficili da dimenticare. «La maglia della partita con la Chapecoense è lì incorniciata in camera – ammette il difensore nato a Marino -, per una serata che, da tifoso romanista, è difficile da dimenticare. Quando mi ha chiamato l’Imolese non c’è stato molto da riflettere, visto che è l’occasione giusta che cercavo: le tante telefonate che ci sono state con Ghinassi hanno poi trovato conferma non appena ho visto il centro Bacchilega e come si lavora qua».
an.mir.
L”articolo completo su «sabato sera» del 26 luglio.
Nella foto grande (Isolapress): il difensore Raffaele De Gregorio. Nei riquadri, dall”alto verso il basso: Giuseppe Giannini, Andrea Rinaldi, Rocco Patrignani e Andrea Ciofi