Mercatone Uno: sede troppo onerosa, la nuova proprietà vuole trasferire gli uffici nel Bolognese
E’ solo questione di tempo, forse qualche mese, e la torre del Mercatone Uno, che si trova a Imola in via Molino Rosso, si svuoterà. Shernon Holding, la società che ha presentato un’offerta per acquisire 55 punti vendita, le attività della sede amministrativa imolese e il marchio Mercatone Uno, ha infatti già annunciato ai sindacati l’intenzione di trasferire gli uffici altrove.
«Per la proprietà quella sede è onerosa – spiega Silvia Balestri, sincacalista della Fisascat-Cisl Area metropolitana bolognese -. Trascorso un periodo iniziale di qualche mese, ci è stato detto che gli uffici saranno spostati nel bolognese. Forse a San Giorgio di Piano, dove c’è la sede di Mercatone Uno Logistics. Ci è stato spiegato che l’obiettivo non è disperdere la forza lavoro, ma mantenere il bacino delle professionalità che si vogliono confermare. Per questo hanno espresso l’intenzione di rimanere in un raggio di circa venti chilometri, per permettere agli impiegati di coniugare esigenze lavorative e familiari».
L’immobile, così come la grande biglia dedicata al ciclista Marco Pantani e inaugurata nel 2005, è di proprietà della società Cve, una delle tante controllate dalla famiglia Cenni, ma non tra quelle finite in amministrazione straordinaria. A tutt’oggi Cve è sottoposta a sequestro cautelare, a seguito dell’indagine per bancarotta fraudolenta avviata dalla guardia di finanza a inizio 2017.
In via Molino Rosso lavora ancora un centinaio di addetti, meno della metà di quelli presenti prima che il gruppo entrasse in crisi. Sono gli impiegati delle società Mercatone Uno Service, M. Estate e M. Uno Trading, tutte in amministrazione straordinaria dall’aprile 2015 assieme a Mercatone Uno Logistics e M. Business, che gestiva direttamente i punti vendita a insegna Mercatone Uno, ma non quello di Toscanella rimasto in capo alla famiglia del fondatore, Romano Cenni.
Nel corso delle ultime trattative, i sindacati nazionali e territoriali di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) hanno cercato di salvaguardare più posti di lavoro possibili, rispetto al migliaio di esuberi ipotizzato in un primo tempo. Su un totale di circa 2.800 lavoratori, 2.019 passeranno alla società Shernon Holding e 285 al gruppo Cosmo, che ha acquisito 13 punti vendita, destinati a cambiare insegna (diventeranno Globo) e tipologia merceologica: dai mobili all’abbigliamento.
Per il segretario nazionale della Fisascat-Cisl, Vincenzo Dell’Orefice «l’intesa raggiunta con Shernon ha consentito di coinvolgere il maggior numero dei lavoratori dipendenti dei negozi oggetto di passaggio, preservando, in molti punti vendita, gli originali livelli occupazionali. Anche nella sede di Imola è stato rivisitato al rialzo il numero dei profili amministrativi trasferiti» dalla vecchia alla nuova proprietà.
In dettaglio, a Imola si tratta di 22 impiegati in più per Mercatone Uno Service e 2 per M. Estate. L’organico indicato nell’accordo raggiunto con i sindacati lo scorso 29 giugno prevede un totale di 94 addetti. Inoltre si precisa che Shernon Holding «per gestire la fase transitoria di messa a regime del proprio “headquarter”, procederà all’assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato di 22 lavoratori, in aggiunta ai rapporti di lavoro trasferiti»; questo «limitatamente ai soli lavoratori addetti alla sede di Imola dipendenti da Mercatone Uno Service o in distacco da M. Business, non ricompresi tra quelli rientranti nel perimetro di cessione». (lo.mi)
L”articolo completo è su «sabato sera» del 19 luglio
Nella foto la torre del Mercatone Uno