TaxiRail, il taxi ferroviario autonomo pensato dall”ingegnere di Castel del Rio Federico Bernabei
L’idea, va detto, non è di facile e immediata attuazione, ma ha un potenziale rivoluzionario. E sarebbe di certo il sogno dei tanti pendolari costretti a passare parte delle loro giornate in viaggi spesso scomodi e sovraffollati, attese e contrattempi a catena dovuti a ritardi imprevisti. L’idea in questione è di Federico Bernabei, trentatreenne di Castel del Rio, che nel 2011 si è laureato in Ingegneria del veicolo all’Università di Modena. Dopo la laurea ha lavorato per alcuni anni in Germania, dove è stato anche progettista per la Hyundai Motorsport.
I veicoli ad altissima efficienza energetica sono la sua passione e cinque anni or sono ha cominciato a dare forma alla sua idea. L’ingegnere ha infatti immaginato e progettato un sistema di trasporto su binari alternativo al treno, pensato per ospitare piccoli nuclei di persone (fino a 6) o anche merci. Il nome, ancora provvisorio, è TaxiRail e sintetizza in parte le principali caratteristiche del progetto: un taxi ferroviario autonomo con servizio a chiamata, disponibile 24 ore su 24 e prenotabile attraverso una App, a minor consumo e impatto ambientale rispetto a un normale treno, che verrebbe sostituito da piccoli e aerodinamici veicoli elettrici, pronti a partire in qualsiasi momento, in grado di coprire la distanza, ad esempio, fra Imola e Bologna in 12 minuti senza fermate intermedie e a una velocità che può raggiungere i 200 chilometri orari, con costi inferiori rispetto a quelli di un normale biglietto ferroviario. «Il mio obiettivo – così Bernabei spiega da dove è nata l’idea – era riuscire a progettare il veicolo più efficiente possibile su rotaia e a farne un mezzo di trasporto di massa. Ho voluto attaccare l’assioma “treno”, un concetto rimasto lo stesso per oltre 150 anni; sono convinto che oggi si possa fare di meglio e ho voluto dimostrarlo. Le tecnologie sono quelle attuali, per cui, in teoria, il progetto è già applicabile».
A mancare, in pratica, sono i costosi investimenti che servirebbero per costruire le infrastrutture ad hoc, necessarie al sistema di trasporto: veicoli, binari, linee, stazioni. Per realizzare una linea a binario singolo servono investimenti ingenti (almeno 5 milioni di euro a chilometro), «ma sarebbe comunque meno costosa e impattante rispetto a una normale ferrovia – precisa l’ingegnere -. Questo sistema è molto ambizioso – ammette poi – e dovrebbero essere i Governi a scegliere di investire su un’opera di questo tipo. Se in Europa è molto difficile, credo sia attuabile nei Paesi che stanno facendo nuove infrastrutture, come gli Emirati Arabi o la Cina. Un altro ambito di applicazione potrebbe essere la connessione versatile fra aeroporti e terminal. Oppure TaxiRail potrebbe essere realizzato, in via sperimentale, per la conversione di reti ferroviarie obsolete, improduttive o inutilizzate».
Ad oggi, non a caso, l’Università di Modena sta valutando la possibilità di avviare uno studio di fattibilità per applicare questo sistema sulla linea ferroviaria Modena-Sassuolo, sottoutilizzata mentre il traffico automobilistico lungo la vicina statale cresce ogni giorno di più. «Se si riuscisse a realizzare un progetto pilota – aggiunge – i vantaggi rispetto al sistema ferroviario tradizionale sarebbero evidenti. In questa fase – conclude Bernabei – sono alla ricerca di altri collaboratori, soprattutto nel settore marketing e business development, per proporre l’idea in giro per il mondo. Una sfida, che lancio a più persone possibili».
lo.mi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 12 luglio.
Nella foto: l”ingegnere Federico Bernabei