A Fossatone coabitazione per famiglie in difficoltà. Oggi l”inaugurazione ufficiale
«C’è una fascia di persone che, in un certo momento della sua vita, non è in condizioni di accedere all’Edilizia residenziale pubblica né tantomeno agli alloggi in affitto a libero mercato. Per questo motivo abbiamo deciso di far nascere questa esperienza, per dare un sollievo temporaneo alle persone e alle famiglie in difficoltà». Con queste parole l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Dilva Fava, descrive il progetto di cohousing (coabitazione) nato di recente al civico 5426 della via San Vitale a Fossatone, frazione di Medicina, nel fabbricato è quello delle ex scuole elementari.
L’inaugurazione ufficiale ci oggi, giovedì 5 luglio, alle ore 18.30, alla presenza del sindaco Onelio Rambaldi, dell’assessore alle Politiche sociali Dilva Fava e della direttrice dell’Asp Stefania Dazzani. In realtà, tuttavia, le persone hanno iniziato ad abitare nel fabbricato già dall’inizio di quest’anno. «Per il taglio del nastro abbiamo deciso di attendere l’allestimento dell’area esterna con i giochi per i bambini, che è avvenuta nelle scorse settimane» motiva Fava. Come dice la parola stessa, cohousing, si tratta di una coabitazione tra nuclei familiari diversi, che quindi possono beneficiare di una propria camera da letto, ma condividono servizi igienici, cucina e sala da pranzo. «Per il Comune di Medicina si tratta del primo progetto del genere – prosegue l’assessore -. In passato avevamo creato condizioni simili per anziani soli, ma non erano state esperienze particolarmente “virtuose”».
La convivenza forzata, si sa, non è sempre semplice. Venirsi incontro e far coesistere abitudini differenti può essere complesso. Per quanto riguarda Fossatone, l’immobile individuato è quello lungo la via San Vitale all’interno del quale, al piano terra, ha sede anche il centro sociale Nuova Vita (che, tra l’altro, offrirà un piccolo buffet in occasione dell’inaugurazione del progetto). Complessivamente, al primo piano sono state ricavate cinque camere da letto, quattro bagni, una cucina e una sala da pranzo, mentre a piano terra c’è il ripostiglio e il vano lavanderia. «E’ un progetto sovracomunale, quindi è possibile ospitare anche persone che provengono da altri comuni del circondario imolese – dettaglia Fava -. In questo momento ci sono tre nuclei familiari, dei quali due provenienti da Castel San Pietro e uno da Imola, più due persone singole, entrambe di Medicina, che occupano le camere più piccole. Complessivamente, ci sono 8 adulti e 6 bambini, tre nuclei sono di nazionalità italiana, mentre i restanti due sono stranieri».
I nuclei che vengono ospitati all’interno del cohousing «pagano una quota mensile molto contenuta da 50 a 123 euro per compartecipare alle spese – aggiunge Fava -. Al massimo, però, possono essere ospitati per un periodo di un anno, eventualmente prorogabile per altri sei mesi. Deve essere chiaro che si tratta di una sistemazione transitoria, per dare una mano in un momento di difficoltà. Appena le condizioni migliorano, ad esempio si trova un altro lavoro, l’Asp li dirotterà verso altre soluzioni».
gi.gi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 5 luglio.
Nella foto: l’esterno del fabbricato di Fossatone che ospita il progetto cohousing