Il saluto della commissaria Cogode: «Imola città vitale, bel progetto per l’Osservanza»
La commissaria straordinaria Adriana Cogode ha lasciato la città ufficialmente martedì 26 dopo la proclamazione ufficiale, sindaca e consiglieri comunali. Era arrivata in città a fine gennaio. Ritorna al suo ruolo di viceprefetto di Bologna, o meglio di prefetto vero e proprio in attesa della nomina del sostituto di Matteo Piantedosi, diventato Capo di Gabinetto del ministro dell’Interno Salvini.
Qual è il bilancio di questi mesi imolesi?
«Se contiamo gli atti che ho emesso abbiamo l’equivalente di 53 delibere di giunta, 12 delibere di consiglio comunale, 36 provvedimenti, come ordinanze o attribuzioni di deleghe, 40 patrocini ad associazioni in base al regolamento comunale. Il primo compito di un commissario è garantire la continuità e la funzionalità dell’azione amministrativa dell’ente e credo sia avvenuto senza intoppi».
«Imola in Musica» però avete dovuto spostarla dalla data fissata.
«L’abbiamo spostata non solo per le elezioni quanto per la concomitanza di altri eventi che le avrebbero dato un po’ meno rilievo. Penso al Giro d’Italia, la Sbk, la Festa della Repubblica, ben 16 iniziative per il 25 Aprile e tutte impegnative…».
Quindi non è vero, come dicono alcuni, che «a Imola non si fa mai niente»?
«Lo smentisco categoricamente, Imola è una città dove si fa tanto e di qualità, capace di sfruttare il suo patrimonio artistico in un clima di fortissima vitalità. Una vitalità che ho cercato di preservare e nel mio piccolo alimentare, ed è quanto voglio lasciare alla nuova amministrazione. Lo spirito forte e positivo verso il fare trovo sia il cavallo di battaglia di questo territorio, in campo produttivo, commerciale, lo si vede dal fatto che è una città che sta bene, non provata da particolari crisi economiche. Alle volte la quantità dà come risultato lo sfilacciamento, poche eccellenze senza filo conduttore, a Imola invece si riesce a coniugare pubblico, privato e la partecipazione del cittadino».
Non ha trovato nulla «sotto il tappeto» del Comune?
«Assolutamente no, per un commissario il problema fondamentale potrebbe essere il bilancio, non in quanto documento contabile ma perché contiene gli obiettivi, le scelte della missione istituzionale. Aver trovato il bilancio già approvato, un canovaccio da seguire, mi ha reso più semplice il lavoro».
Le priorità per la prossima amministrazione?
«Mi piace molto il progetto sull’Osservanza come risorsa per l’Università di Bologna. Occorrono i fondi, ma sono fiduciosa (il progetto prevede uno studentato nei padiglioni dell’ex manicomio ed è legato ai finanziamenti ministeriali alle università, ndr)».
Qualcosa di cui è particolarmente orgogliosa?
«Il progetto per la videosorveglianza, che è stato approvato dal Comitato per l’ordine e la sicurezza di Bologna. La prevenzione deve farsi potenziando questi sistemi».
A proposito di carenze di personale, la «macchina comunale» ha perso molti dei suoi pezzi fondamentali, i dirigenti.
«In effetti, attualmente, è rimasto solo il dirigente dei Servizi demografici ed elettorali (Walter Laghi), e meno male, altrimenti sarebbe stato impegnativo affrontare le elezioni… Al di là delle battute, ci sono anche il comandante della Municipale (Vasco Talenti) formalmente in forze al Circondario perché segue il Corpo unico, e il Segretario comunale (Simonetta D’Amore). La dirigente dell’Area culturale e scuola (Anna Giordano) si è trasferita ad altro incarico a Bologna, mentre quello della Pianificazione (Michele Zanelli) è da poco in pensione così come accadrà a breve dei Servizi economico finanziari (Bruna Gualandi). Per non far trovare l’amministrazione subentrante sguarnita ho fatto già pubblicare il bando per un nuovo dirigente alla Pianificazione. Non mi occuperò della selezione, non ci sono i termini, ma la procedura è avviata. Nel contempo il Circondario si sta attivando per coprire con una mobilità, provvisoriamente, la posizione dei Servizi economico finanziari». (l.a.)
L’intervista completa sul “sabato sera” del 28 giugno.
Nella foto Adriana Cogode