Brutta sorpresa dai diamanti da investimento. Una ventina di risparmiatori si è rivolta a Federconsumatori
La volatilità dei mercati e i rendimenti bancari sempre più esigui hanno fatto sì che in questi ultimi anni i diamanti siano diventati anche un bene rifugio, così come lo era il mattone prima della crisi del settore immobiliare. Per alcuni risparmiatori, anche imolesi, l’acquisto delle preziose pietre si è tramutato in una brutta sorpresa quando si è scoperto non solo che i diamanti venivano venduti a prezzi superiori rispetto al reale valore di mercato, ma anche che non era poi così facile rientrare in possesso del capitale investito, senza contare le alte commissioni di uscita.
In pratica, l’acquisto veniva presentato come un investimento sicuro e redditizio a lungo termine (10-20 anni). Le curve di rendimento mostrate dagli intermediari non erano però basate su listini internazionali di riferimento, come ad esempio Rapaport e Idex, ma sulle quotazioni che le stesse società pubblicavano periodicamente all’interno di spazi pubblicitari sul Sole24ore e Milano finanza. E se nel frattempo il risparmiatore decideva di rientrare in possesso del capitale investito, occorreva sperare che gli stessi intermediari trovassero altri compratori. Secondo l’Autorità, il fatto che l’investimento fosse proposto attraverso gli istituti di credito dava credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, inducendo i consumatori all’acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti, sulla base della fiducia riposta nella banca e nei suoi funzionari. In totale la sanzione è stata di oltre 15 milioni di euro: 2 milioni per Idb, 4 milioni per Unicredit, 3,35 milioni per Banco Bpm, 1 milione per Dpi, 3 milioni per Intesa San Paolo, 2 milioni per Mps.
Dopo le multe, è scattato il ricorso al Tar, che dovrà pronunciarsi in merito. Tra i risparmiatori coinvolti ci sono anche degli imolesi, che dalla fine dello scorso anno hanno cominciato a rivolgersi alla sede locale di Federconsumatori. «All’inizio si trattava di richieste sporadiche – spiega la referente, Lavinia Lo Scalzo – poi, a seguito di trasmissioni tv che segnalavano la problematica, si è intensificato il flusso di persone che si rivolge al nostro sportello, in media un paio alla settimana. Le pratiche avviate, ad oggi, sono una ventina, ma la sensazione è che la vicenda riguardi molte più persone».
lo.mi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 21 giugno.