Autodromo, intervista al nuovo direttore Roberto Marazzi: «Il mio sogno è la MotoGp, super concerto nel 2019»
Cosa ci può essere di più rassicurante per un autodromo dell’avere in cabina di regia un ex pilota di automobilismo? Impugnandolo con decisione come fosse un volante, Roberto Marazzi, che di corse ne ha disputate tante, alcune pure vinte, macinando chilometri di asfalto sulle piste di mezzo mondo, si propone di guidarlo verso nuovi traguardi. Potrebbe essere veramente il direttore generale ideale per questo circuito desideroso di rilanciarsi in grande stile. Obiettivo: i fasti già conosciuti in passato e sempre presenti nella memoria collettiva. Romano doc, 67 anni il prossimo 10 settembre, Marazzi ha alle spalle una gran quantità di esperienze nel mondo del motorsport, che spaziano dalle competizioni vissute direttamente, all’organizzazione di campionati a due e a quattro ruote; fra i quali Superbike, Motomondiale, F.3 e Superstars nell’ambito della Flammini Racing; di eventi come Auto Kit Show e Motolandia; alla consulenza per l’Ufficio Sportivo Aci. Ed ha ricoperto pure ruoli importanti nel mondo dell’editoria, lavorando, fra gli altri, anche per la Conti Editore.
Nella nuova veste di direttore dell’autodromo, quali dei ruoli ricoperti potranno rivelarsi preziosi?
«Sicuramente le esperienze coi fratelli Flammini, dove le organizzazioni spaziavano dalla sicurezza, alla gestione sportiva, ai contatti coi piloti. Nei circuiti era come sostituirsi al direttore. Ho visto come lavorano in Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio. E poi mi aiuteranno anche i 4 anni e mezzo nei quali ho lavorato nell’Aci. Un bagaglio di conoscenze che metterò a disposizione di Imola».
L’Enzo e Dino Ferrari è da tempo un impianto polivalente. Anche se la sua anima è la pista, e lo scopo prioritario è ospitare gare.
«Non nutro dubbi sul fatto che l’autodromo sia prima di tutto una struttura con finalità sportive legate al motorismo. E su questo mi concentrerò. Il problema è che a fine luglio i calendari relativi al 2019 sono già definiti e quindi mi resta un mese e mezzo di tempo per programmare manifestazioni importanti. La stessa cosa vale per i concerti. Le date dei tour degli artisti si fissano in questo periodo».
Si sta già muovendo anche per eventi al di fuori delle competizioni?
«Per il 2019 ho in mente un grande concerto con un personaggio che al momento non posso rivelare. Non voglio promettere cose che poi non è detto si realizzino. Comunque sono convinto che puntare su un nome famoso sia meglio che organizzare tanti concerti più piccoli. Un’altra idea che sto portando avanti, e ne ho già parlato con gli organizzatori del Giffoni Film Festival, è quella di creare una tre giorni cinematografica all’interno del paddock. Vogliamo puntare anche su iniziative culturali, che coinvolgano quel pubblico che non è attratto dalle gare».
Se avesse libertà di azione, cosa le piacerebbe fare?
«La MotoGp. Ci terrei prima ancora della F.1. Precisando però che qualsiasi cosa cercherò di portare, fosse anche la F.1, non sarà per toglierla a qualcun altro. Imola deve avere il suo Gran Premio, come hanno Monza, Misano, Mugello. Per quel che riguarda la MotoGp ritengo inammissibile che la Spagna, solo perché ci vive il promotore, debba avere quattro Gran Premi, di cui alcuni intitolati a regioni. Non capisco perché allora non possa averla anche l’Emilia Romagna, considerando la passione che questa terra nutre per il motociclismo».
Fino a ieri il sogno nel cassetto era la F.1.
«E lo è ancora. Quella di una seconda gara in Italia è un’altra strada che percorrerò. Liberty Media non ha le pretese di Bernie Ecclestone. E’ più difficile arrivare alla F.1 che alla MotoGp, però ci proverò. E un impegno che mi assumo personalmente».
Quest’anno la principale novità è il Mondiale di motocross.
«Sarà un evento stupendo, col sette volte campione del mondo Tony Cairoli e con altri campioni che stanno emergendo nel motocross. Essendo quella del 30 settembre l’ultima prova, l’organizzatore del Mondiale ci ha chiesto di poter fare la premiazione finale qua a Imola. Oltre ad una bellissima gara, assisteremo anche a una grande festa. E gli appassionati di questo sport, nel ricordo dei 70 anni dalla prima gara di motocross svolta qui, arriveranno in massa. Ci aspettiamo un grande pubblico».
Come si pone nei confronti dell’eterno problema legato al rumore?
«E’ un problema difficile da risolvere e che ci penalizza. Attualmente i 60 giorni di deroga concessi sono inferiori a molti altri circuiti, che comunque hanno lo stesso problema del rumore. Questa è una azienda che fa vivere tante persone, direttamente e come indotto, e quindi se non lavora diventa complicato andare avanti. Imola è conosciuta in tutto il mondo per le attività che si svolgono nel suo autodromo. Per cui ci vuole uno sforzo da parte di tutti. Da parte nostra dobbiamo cercare di venire incontro ai disagi delle persone alle quali dà fastidio il rumore. E da parte loro avere un po’ più di sopportazione, perché l’autodromo è un bene prezioso per tutta la comunità imolese».
a.d.p.
L”articolo completo su «sabato sera» del 21 giugno.
Nella foto (Isolapress): Roberto Marazzi, nuovo direttore dell”autodromo, assieme a Uberto Selvatico Estense, presidente di Formula Imola