L”innovativa montatura di telescopi dell”azienda imolese Npc in grado di «inseguire» i detriti spaziali
Quando lo scorso aprile tutto il mondo era con il fiato sospeso per la caduta della stazione spaziale cinese Tiangong, l”azienda imolese Npc è riuscita a intercettare e seguire per 6 minuti consecutivi il modulo in transito a circa 220 chilometri dalla terra. Questo grazie a uno dei prodotti sviluppati dalla sua divisione Spacemind, un sistema di puntamento dinamico, collocato per l’occasione nel piazzale dell’azienda in via Malatesta, che consente ai telescopi di inseguire oggetti molto veloci come i detriti spaziali.
La Npc (New production concept) è nata nel 2002 ed è specializzata nella progettazione e fornitura, come terzista, di macchine complete per il packaging e beverage per importanti clienti come Tetra Pak e Sacmi. Sei anni or sono, però, Npc ha iniziato a muovere i primi passi anche nel settore aerospaziale, avviando una collaborazione con due giovani ingegneri, l’imolese Niccolò Bellini e il pesarese Davide Rastelli, nel momento in cui erano in procinto di avviare la loro start-up Spacemind. Ma prima ancora di vedere la luce, questa è stata inglobata all’interno di Npc come vera e propria divisione aziendale. L’ambito di ricerca sono i nanosatelliti, piccoli cubi modulari, che vanno da 1 a 10 chili di peso. La struttura di base ha lati di appena 10 centimetri. «Quello in cui ci stiamo muovendo – spiega il presidente di Npc, Nabore Benini – è un settore di nicchia, una sorta di privé all’interno di un club ristretto. Noi ci abbiamo messo piede e ci stiamo facendo conoscere a livello internazionale, con la presenza ai principali simposi, fiere e convegni del settore».
La scelta di concentrarsi sui nanosatelliti è tutt’altro che casuale. Le stime infatti prevedono una crescita esponenziale del loro utilizzo nello spazio, perché richiedono costi e tempi di sviluppo inferiori rispetto ai satelliti tradizionali e sono meno impattanti sull’ambiente, dato che per le loro ridotte dimensioni, una volta ultimato il ciclo di vita, si disintegrano entrando a contatto con l’atmosfera. Nel 2017 ne sono stati lanciati circa 200, ma si prevede che nei prossimi cinque anni il loro numero salirà a oltre 2 mila. Un’opportunità di business allettante e che non è sfuggita ai soci di Npc, le aziende Curti Costruzioni meccaniche di Castel Bolognese (40%), Ecor di Schio (40%) e Benini stesso (20%). «Quando all’estero raccontiamo la nostra storia – dicono i trentenni Bellini e Rastelli, già compagni di studi all’università di Forlì e oggi colleghi – colpisce la scelta fatta da Npc di puntare su un settore così costoso come quello aerospaziale, senza ricorrere, per il momento, a finanziamenti o bandi, investendo in proprio e creando addirittura una divisione interna. Per far questo servono lungimiranza, coraggio e concretezza. Neanche le nostre collaborazioni con le università di Bologna e La Sapienza di Roma sono supportate da fondi pubblici».
Spacemind partecipa anche allo sviluppo di missioni satellitari, come quella di 1Kuns-Pf, il primo nanosatellite del Kenia, rilasciato l’11 maggio scorso dalla Stazione spaziale internazionale Iss. Una parte dell’assemblaggio è avvenuta proprio a Imola. Oggi Npc ha 33 dipendenti e un fatturato di circa 24 milioni di euro. «Abbiamo aspettative alte – conclude il presidente -. In cinque anni, grazie alla divisione Spacemind, contiamo di aumentare il fatturato di circa il 15-20 per cento. La visione, in prospettiva, è realizzare a Imola un centro di eccellenza per applicazioni aerospaziali e progettazione di nanosatelliti. Anche se in Europa l’Italia è il fanalino di coda nel settore aerospaziale, qui abbiamo teste e creatività. Non serve andare fuori. Dobbiamo riuscire a tenere i giovani in Italia per farli crescere qui».
lo.mi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 14 giugno.
Nella foto: il presidente di «Npc» Nabore Benini (al centro), con a destra Niccolò Bellini e Davide Rastelli, accanto a «Moral» la montatura per telescopi