Progetto «Torre arte graffiti», a Imola terminate quattro opere su otto
Saranno otto in tutto le cabine elettriche che entro l’anno verranno trasformate in altrettante opere d’arte nell’ambito di Tag, acronimo di Torre arte e graffiti, il progetto di rigenerazione urbana e valorizzazione del territorio avviato ad inizio maggio a Imola. Progetto promosso da Inrete, la società del gruppo Hera che gestisce la distribuzione di gas ed energia elettrica in Emilia Romagna, in collaborazione con l’associazione culturale Noi Giovani, che ne cura la realizzazione.
Intanto le prime quattro sono state ultimate, ad iniziare dalla cabina di via Antonio Graziadei, posta in prossimità del parcheggio vicino alla rotonda Marinai d’Italia, di fronte alla pista ciclabile Diego Ronchini. Per lei l’artista piemontese Fabio Petani ha scelto come tema la natura, con l’intento di integrare concettualmente la cabina nel contesto in cui è inserita. Il titolo dell’opera è Germanium & Rubus Villosus. Il rubus villosus è il nome latino della pianta arbustiva che produce le more mentre – motiva l’artista – «alcuni composti del germanio hanno una tossicità bassa per i mammiferi ma molto alta per certi batteri, perciò sono stati creati medicinali basati su tali composti. Mi piace l’idea di usare un elemento che possa rappresentare una funzione positiva, nonostante il primo approccio sulla torre possa sembrare “tossico”. Allo stesso modo, un intervento artistico in un luogo non convenzionale può essere interpretato con sospetto, ma in realtà ha l’interesse di arricchire il contesto in cui la struttura è collocata».
Sempre in via Antonio Graziadei, sulla cabina elettrica posta a lato del ponte di viale Dante, si può ammirare l’opera portata a termine da Macs (nome d’arte di Antonello Piccinino). L’artista abruzzese, di fama mondiale, nelle sue opere mira sempre a rappresentare aspetti dell’animo umano. E a Imola, vista la prossimità della struttura all’autodromo, la scelta del tema è caduta sull’immaginario legato al mondo delle corse e delle competizioni motoristiche. Sui quattro lati della struttura Macs ha raffigurato un personaggio rappresentante l’appassionato di automobili, che può sentirsi un campione e amare questo mondo a prescindere dal mezzo che possiede. «Se puoi sognarlo puoi farlo» è la frase apposta non casualmente sulla cabina: a pronunciarla, infatti, fu Enzo Ferrari.
Iniziata giovedì 17 maggio, è terminata anche l’opera pittorica di Argonaut, artista imolese, sulla cabina elettrica situata in via Vico Garbesi. Per il suo dipinto, Argonaut si è ispirato direttamente ai colori dell’energia, come omaggio al gruppo Hera per aver reso fattibile il progetto Tag. Il soggetto raffigurato trae ispirazione dallo stile futurista e in particolare dal dipinto Il castello dei Pirenei di Magritte. L’enorme roccia che l’artista ha scelto di realizzare come elemento principale dell’opera vuole rappresentare la forza simbolica della musica e del suo impatto sulla città contemporanea.
Martedì 22 maggio era iniziato invece l’intervento sulla cabina di via Aurelio Saffi, per mano di Andrea Casciu, artista sardo attento interprete delle tradizioni legate alla sua terra, ma non solo. La cabina che Casciu ha dipinto si trova in un luogo molto caro agli imolesi: il lavatoio pubblico posto in prossimità del parcheggio della bocciofila. Elemento storicoarchitettonico che narra abitudini e tradizioni ormai lontane e legate alla presenza di canali, navigabili fino al secolo scorso. E proprio all’importanza dei canali, opere idrauliche utilizzate per l’alimentazione dei mulini, per l’irrigazione e per la navigazione, si è ispirato l’artista.
r.c.
Nelle foto: dall”alto in senso orario la cabina elettrica posta in via Graziadei, dipinta da Macs; la cabina posta nel parcheggio della Bocciofila, in viale Saffi, opera dell”artista Andrea Casciu; la cabina sempre in via Graziadei, in fondo al parcheggio posto a lato della Piscina Comunale, opera di Fabio Petani; la cabina posta in fondo a via Vico Garbesi, dipinta da Argonaut