Pallamano, l”allenatore mordanese Alessandro Tarafino ha sfiorato lo scudetto con Conversano
Alessandro Tarafino fa già parte della storia della pallamano italiana. Da giocatore ha vinto quasi tutte le finali scudetto (14 su 17) e, alla prima da allenatore, sognava di aggiungere un altro tassello al suo straordinario palmares. Stavolta però «Tara» ha dovuto arrendersi (29-23 alla bella) alla superiorità di un Fasano formato da giocatori di provata esperienza, a differenza del suo Conversano. «La squadra che avevamo costruito in estate era sicuramente interessante – racconta Alessandro – e ci eravamo dati l’obiettivo di arrivare fra le prime quattro. Siamo andati oltre e, avessimo vinto lo scudetto, avremmo compiuto un’impresa straordinaria. L’ho detto fin dal primo giorno ai miei ragazzi che nessuno ci era mai riuscito ad attaccarsi un tricolore sul petto con una squadra così giovane, ma che il sogno bisogna sempre coltivarlo. Però dentro di me avrei firmato per raggiungere la finale scudetto».
Dopo qualche giorno la delusione è stata smaltita?
«Quella resta, anche se i favori del pronostico erano tutti per Fasano. Dispiace perché nelle tre partite di finale, compresa anche la prima in casa che abbiamo vinto, non siamo riusciti a esprimerci come avevamo fatto in precedenza. Probabilmente la vittoria in semifinale con Bolzano ci ha tolto un po’ della serenità che avevamo. Ci siamo trovati a un passo da un risultato impensabile e la squadra ha sentito la pressione in una città che vive di pallamano. Le tante attenzioni su un gruppo che era alla prima esperienza a questi livelli ci ha impedito di far soffrire di più il Fasano».
Ci riproverete il prossimo anno?
«Ogni stagione fa storia a sé e confermarsi sarà ancora più difficile. Il presidente mi ha garantito che avremo ancora una squadra competitiva e quindi proveremo a ripetere questo exploit pur sapendo che non saremo più una sorpresa. Molte cose cambieranno col girone unico e due stranieri per squadra, ma era un passo necessario per far crescere il movimento. Speriamo che tutte le società siano pronte a farlo».
Il Romagna, dopo un paio di anni ad alto livello, è ripartito con un gruppo molto giovane con la speranza di tornare competitivo per la massima serie. Un percorso per certi versi simile al vostro.
«Ho visto che si è chiuso un ciclo, ripartendo dai giovani locali, ma la strada non è così semplice. Ci vorrà del tempo e l’A2 del prossimo anno è comunque un campionato impegnativo da cui non sarà facile emergere in tempi brevi».
Il tuo legame con la nostra realtà resta forte ed è aumentato da quando tuo nipote Tommaso Marangoni è diventato la stella della squadra di basket Under 15 dell’International e fa parte anche della Nazionale italiana di categoria.
«Lo seguo con grande interesse ed entusiasmo. Mia sorella mi tiene informato e l’ho già visto giocare diverse volte. Credo abbia il talento per fare carriera nel basket, dove però, almeno in Italia, è più difficile sfondare rispetto alla pallamano».
C’è qualcosa di te in lui?
«Mia sorella si arrabbia un po’ quando lo dico, ma per me Tommaso ha la mia stessa visione di gioco».
c.a.t.
L”articolo completo su «sabato sera» del 31 maggio.
Nella foto: il mordanese Alessandro Tarafino sulla panchina di Conversano