Un giardino per la legalità. “I mafiosi non riconoscono lo Stato e non pagano le tasse..” – VIDEO
Ieri una mattinata per parlare di legalità e mafia con studenti e autorità si è conclusa nel giardino antistante il Teatro Osservanza dove è stata scoperta una targa a ricordo dei gemellini Giuseppe e Salvatore Asta e della loro mamma Barbara Rizzo, vittime innocenti di mafia. Un”iniziativa organizzata dalla commissaria straordinaria di Imola, Adriana Cogode.
All’iniziativa erano presenti due seconde dell’Itis Alberghetti, due quarte dell’istituto Luca Ghini, una quinta ed una terza del Paolini, una quarta del Cassiano, due quinte del ginnasio Rambaldi e una seconda del liceo scienze umane Alessandro da Imola.
Margherita Asta, oggi impegnata con l”associazione Libera, ha partecipato alla cerimonia di intitolazione del giardino ai suoi famigliari. Con lei anche Lucio Guarino, direttore del consorzio “Sviluppo e Legalità” di San Giuseppe Jato, che raccoglie diverse cooperative nate sui terreni confiscati alla mafia soprattutto nella zona di Palermo. Ai ragazzi Guarino ha raccontato come ancora oggi il territorio sia “fortemente condizionato dai corleonesi che, ad esempio, non chiedono il pizzo alle imprese locali ma a quelle che non lo sono sì”, perché “il fine ultimo delle organizzazioni criminali mafiose siciliane non è l”arricchimento, che è un effetto intermedio, bensì il governo dei territori, dato che loro non riconoscono lo Stato, non a caso Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina, fino ad un mese fa si è sempre rifiutata di pagare i tributi al Comune anche se cifre di poco conto…”.
“Dietro la battaglia contro la mafia c’è la battaglia per la libertà e la democrazia” perché “la criminalità organizzata: uccide l”economia onesta, come afferma don Ciotti, e uccide la speranza nel futuro” ha detto la commissaria Cogode.
Presenti anche Giovanni Schiavone, dirigente dell”Ufficio scolastico provinciale di Bologna e don Giuseppe Giacomelli, figlio del giudice Alberto Giacomelli, ucciso dalla mafia.
Giuseppe e Salvatore Asta (sei anni) e la loro mamma Barbara Rizzo (trent’anni), furono uccisi a Pizzolungo (Trapani) il 2 aprile 1985, dall”esplosione di un”auto-bomba posizionata dalla criminalità organizzata per uccidere il magistrato Carlo Palermo. (l.a)