Pomodori e fagiolini, gli orti comunali non sono solo una faccenda da anziani
Prosegue la «virata» degli enti locali nel dare in gestione gli orti comunali non solo ai pensionati, ma anche a giovani e famiglie. Un modo, da una parte, per sopperire all’avanzamento d’età dei pensionati che, a un certo punto, non se la sentono più di gestire un pezzetto di terra e, dall’altra, per dare la possibilità anche ai giovani di coltivare un proprio appezzamento e poter quindi mangiare la propria frutta e la propria verdura, realmente a chilometro zero. A Casalfiumanese questa possibilità è stata inserita nel regolamento comunale nell’ottobre del 2016 prevedendo che una quota degli orti non inferiore al 20% fosse riservata a cittadini che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 54 anni oppure uguale o superiore a 55 anni se ancora svolgono un’attività lavorativa. A ruota, sono stati assegnati i primi due orti ad altrettante famiglie. In questi giorni è stato pubblicato un nuovo bando per assegnare sei appezzamenti che si trovano a metà strada tra Casale alto e Casale basso, sotto al parco di villa Manusardi. «In questi mesi abbiamo già ricevuto almeno altre tre richieste da parte di giovani e famiglie – dettaglia l’assessore Beatrice Poli – vedremo se si concretizzeranno con questo bando». Per presentare la propria domanda c’era tempo fino a mezzogiorno di oggi.
Come detto, già un paio di orti sono stati assegnati a famiglie. Una di queste è composta da Cristina Burnacci, dal marito Roberto Morozzi, entrambi di 53 anni, e dai figli Laura e Riccardo, rispettivamente di 19 e 16 anni. Burnacci, casalinga, originaria di Bologna, è venuta ad abitare a Casalfiumanese nel 1996, quando si è sposata con il marito, di professione operaio. «Mi hanno sempre appassionato sia coltivare che i fiori – racconta Cristina -. Tempo fa avevo piantato due o tre piantine di pomodori nel cortile di casa e ne sono nati tanti. Quando ho visto che a Imola era stato approvato un regolamento per consentire anche ai “giovani” di avere un orto comunale ne ho parlato con l’assessore Beatrice Poli e poi è stato approvato il regolamento». Ora Cristina gestisce un appezzamento assieme al marito e ai due figli. «Coltiviamo soprattutto pomodori, abbiamo una cinquantina di piante grazie alle quali facciamo la salsa fatta in casa – va avanti -. Ma abbiamo anche fagiolini, scalogno, cipolla di tropea, fragole e insalata. Mi piace perché so cosa pianto e cosa mangio perché non uso pesticidi. Tra l’altro, è davvero a chilometro zero perché da casa mia ci vado a piedi».
Per la famiglia Morozzi-Burnacci l’orto è stata anche l’occasione per uno scambio generazionale. «All’inizio non eravamo molto pratici e il signor Olindo, un anziano che coltivava un orto a fianco al nostro, ci ha insegnato tante cose».
Casalfiumanese non è l’unico comune del circondario ad aver aperto la possibilità di coltivare anche ai giovani. A Imola sono stati assegnati in questo modo una quarantina di orti, mentre a Castel San Pietro sono una decina. Medicina, invece, già da alcuni anni ha in mente di realizzare i primi orti comunali in via delle Fragole. Anche in questo caso, quando saranno pronti, potranno far domanda pensionati, ma anche studenti e disoccupati. (gi.gi.)
Altri particolari sul “sabato sera” del 17 maggio.
Nella foto: un selfie nell’orto per Cristina Burnacci e Roberto Morozzi assieme ai figli Laura e Riccardo