La crescita degli investimenti sono l”effetto dell”Industria 4.0. I dati sull”andamento 2017 dell”Aci Imola
La parola «ripresa» non viene menzionata, ma i segnali che arrivano dal mondo cooperativo imolese lasciano ben sperare. «Continuiamo così! Tenendo conto che tra le nostre aziende c’è prudenza, i segnali sono molto positivi. Ma non vendiamo la pelle dell’orso…» commenta con cautela Domenico Olivieri, presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane Imola (Aci Imola), presentando i dati che precedono la chiusura ufficiale dei bilanci del 2017 e le previsioni per il 2018.
Crescono, nell’ordine, export, fatturato e occupazione complessiva, ma il dato che salta agli occhi è quello degli investimenti, che nel 2017 è aumentato del 17%, superando i 68 milioni di euro, 10 milioni in più rispetto al 2016. «Più fatturato, maggiori possibilità di occupazione e investimenti fatti – sottolinea Olivieri -: i macro-indicatori sono positivi e di soddisfazione». La volontà e capacità di investire rivelano infatti il grado di fiducia delle aziende nel futuro, basti ricordare che negli anni neri della crisi gli investimenti avevano subito una brusca battuta di arresto. Oggi, dunque, non si naviga più a vista, anche se esistono ancora fattori di criticità, come, ricorda Olivieri «la situazione geopolitica mondiale e la guerra dei dazi che penalizzano chi esporta, o il tema degli appalti, pochi e al massimo ribasso, che incide su chi si occupa di servizi e sociale, o ancora la concorrenza dei discount per la grande distribuzione cooperativa».
L’analisi dell’Aci Imola, che riunisce sotto un’unica insegna gli associati a Legacoop e Confcooperative, ha preso in considerazione 55 cooperative su 111 aderenti (al 31 dicembre 2016), quelle in pratica più rappresentative in termini di fatturato, export, occupazione e, appunto, investimenti. Il numero degli addetti cresce di 150 unità: è passato da 7.424 a 7.574 (+2%). Tiene l’occupazione fissa (6.140 persone), ma si incrementano le altre forme contrattuali come tempi determinati, interinali, avventizi e Cocopro. «Il dato è influenzato dagli avventizi in agricoltura – motiva Rita Linzarini, funzionaria dell’Aci Imola – e dal lavoro interinale, a cui si ricorre per picchi di produzione nel corso dell’anno. Altre forme contrattuali, come l’apprendistato e le collaborazioni, vengono utilizzate come modalità per chi deve approcciare il mondo del lavoro, poi si tende a consolidare il rapporto, trasformandolo in tempo indeterminato». Anche le ristrutturazioni ancora in corso seguite alla crisi, soprattutto nel settore delle costruzioni e filiera, hanno inciso sul dato complessivo, ma oggi, si legge nella relazione dell’Aci di Imola, «lascia sperare in un possibile ulteriore miglioramento».
Segno positivo per il fatturato, che cresce del 4,59% e si attesta attorno a oltre 2 miliardi di euro. «Tenendo conto delle cooperative in liquidazione è un dato positivo» commenta Olivieri. Dopo la debacle del 2014, con le chiusure di Cesi e 3elle, infatti, finora i volumi non avevano recuperato quanto perso. «Il dato 2017 supera quello complessivo del 2013, a testimonianza di come le nostre cooperative siano state in grado non solo di mantenere le loro quote di mercato, ma siano riuscite a conquistare nuovi mercati» spiega la relazione dell’Aci. Bene anche l’export, che cresce del 5,8% e non riguarda solo le aziende manifatturiere che hanno la vocazione per l’estero, ma anche esempi come Clai, che cresce sul mercato internazionale. C’è inoltre la volontà delle cooperative di sfruttare le opportunità legate all’Industria 4.0, con investimenti in attività e formazione per le proprie risorse umane.
Questo spiega il 17% in più registrato alla voce investimenti. «Gli investimenti si mantengono su livelli medioalti – aggiunge Olivieri -. Le agevolazioni messe in campo dal Governo con il Piano Industria 4.0 hanno spinto le nostre cooperative a investire e innovare. Tutto questo è in linea con l’andamento delle imprese in Emilia Romagna, come ci dicono i dati della Camera di commercio di Bologna. Nel nostro piccolo, riverberiamo la tendenza regionale». Per quanto riguarda i singoli settori, segnali positivi vengono da Industria e Agroalimentare, meno bene invece il settore delle cooperative di abitazione, che continua a essere influenzato dalla crisi delle costruzioni e dall’assenza di politiche di sostegno alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa. Unici segni negativi, infine, nel settore consumo e dettaglianti, dove il fatturato è stabile, ma l’occupazione scende del 2,5% sul 2016. In questo caso, a incidere in maniera negativa è «la concorrenza dei discount e la diminuita capacità di reddito delle famiglie» concludono dall’Aci di Imola.
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Nella foto: Domenico Olivieri