Banchetti e sale pubbliche vietati a Medicina per chi esprime ideali fascisti
Vincolare la concessione di suolo pubblico o di sale di proprietà comunale al rispetto della Costituzione italiana, in particolare della XII disposizione finale che vieta la ricostituzione del partito fascista, e delle leggi vigenti, specialmente Scelba (che stabilisce il reato di apologia del fascismo e relativa pena) e Mancino (che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, nonché l’utilizzo di simbologie legate a questi movimenti politici). E’ questo lo spirito con il quale lo scorso 26 marzo è stata approvata la delibera della Giunta medicinese.
L’idea era stata lanciata in novembre, quando il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno per la modifica del regolamento di concessione di suolo pubblico presentato dalla capogruppo del Pd, Susanna Campesato, scritto dalla sezione Anpi di Medicina. In sostanza, si proponeva che, sul territorio medicinese, non trovassero cittadinanza tutti quei movimenti o partiti che si collocano al di fuori del mandato costituzionale, il rifiuto di qualsiasi forma di fascismo e il rispetto della costituzione. Poi, a rafforzare, è arrivata la delibera di Giunta. «Nel nostro territorio non abbiamo avuto problemi particolari, ma è un segnale politico forte che vogliamo dare. Tra l’altro, Medicina è Medaglia d’argento al merito civile e ha una Medaglia d’oro al valor militare alla memoria di Licurgo Angelo Fava il quale, catturato e torturato per giorni, non svelò mai i nomi dei suoi compagni partigiani» motiva l’assessore Dilva Fava, nipote di Licurgo.
La delibera di Giunta, in pratica, stabilisce che chi vuole fare un banchetto in piazza oppure prendere a noleggio una sala comunale d’ora in poi dovrà allegare alla domanda di concessione una dichiarazione esplicita nella quale dichiara di non aver subito condanne in relazione alle leggi Scelba e Mancino, di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo, di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e neonaziste, di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti e, infine, di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fascista e/o nazista.
Nel circondario imolese, finora soltanto Imola nel 2016 aveva approvato un ordine del giorno che proponeva una modifica del regolamento comunale per l’occupazione di aree e spazi pubblici. «Il vento neofascista e neonazista che spira sempre più forte su tanti Paesi europei, i recenti e ripetuti episodi di intolleranza e violenza, i tentativi di riabilitazione di pagine nere della nostra storia ci dicono che non possiamo abbassare la guardia – commenta il presidente Anpi Medicina, Vanes Tamburini -. Confidiamo che, proseguendo il questo percorso, il parlamento si esprima normando in maniera chiara ed univoca le facoltà dei sindaci in queste situazioni».
gi.gi.
Nella foto: la città di Medicina