Nell”Archivio Carducci trovato un filmino del 1950 con Giuseppe Ianuario, uno dei “bimbi di Napoli”. IL VIDEO
«Rivedersi bambino, dopo 68 anni, è stata un’emozione incredibile». Giuseppe Ianuario torna a far parlare di sé. La sua storia di bambino nato a Napoli e accolto da una famiglia imolese nel 1947, dove poi è cresciuto pur mantenendo i rapporti con i genitori e i sette fratelli napoletani, è stata raccontata sul “sabato sera” del 5 aprile scorso (leggi). A quella storia, però, si è aggiunto un nuovo capitolo. Nell’articolo Ianuario faceva riferimento ad un episodio particolare della sua infanzia, risalente all’anno scolastico 1949-50, quando frequentava la terza elementare alla Scuola all’aperto. «Ricordo che fu fatto un filmino – ci ha raccontato -. Mentre correvo sono caduto e mi fecero ripetere la scena proprio per filmarla. Qualche anno fa ho provato a cercarlo, ma mi è stato risposto che era stato buttato via tutto».
All’Archivio Carducci le ricercatrici Franca Montanari e Maria Amadore, che dai documenti hanno ricostruito la storia scolastica dei «bimbi di Napoli» come Ianuario, ascoltata la richiesta dello stesso, hanno recuperato da uno scatolone una pellicola girata proprio nel 1949-50 alla Scuola all’aperto.
«Era materiale destinato a essere buttato via» ci hanno detto le ricercatrici. Per riuscire a vedere il contenuto di quella pellicola, girata con un proiettore portatile a manovella Pathé-Baby degli anni ’20, è stato necessario rivolgersi, per il tramite del fotografo imolese Gasparri, all’ottico di Castel Bolognese Francesco Minarini, ancora in possesso di un apparecchio di quel tipo. Trasposto su dvd, il filmato è stato reso «leggibile» dai supporti odierni.
Ebbene, all’interno c’era anche la scena che Ianuario ricordava di aver vissuto in prima persona. «All’inizio – spiega – c’erano altre immagini della Scuola all’aperto e ho pensato che non fosse quello che stavo cercando. Poi, però, verso la fine, mi sono rivisto. E’ stata una emozione grande, mi sono commosso…». Il salto nel tempo in effetti è emozionante. Si torna a un 1950 in bianco e nero, dove le immagini si susseguono un po’ a scatti, a tratti sfuocate, sulle note struggenti dei violini del Canone di Johann Pachelbel. Come un racconto, il filmato è suddiviso in capitoli che descrivono la Scuola all’aperto, tutti introdotti da un titolo scritto a gessetto su una lavagna.
Il filmato mostra gli scolari, in grembiule e cappellino chiari, che percorrono a piedi il tragitto verso la scuola. La rotonda di viale Dante si riconosce per il monumento ai Caduti, ma gli alberi sono ancora giovani, poche le case sullo sfondo e su un lato si nota anche un vespasiano. Sul ponte sul Santerno, niente auto, solo qualche bicicletta. Il giardino della scuola è lussureggiante e i bimbi si spostano con le loro seggioline per fare lezione fra gli alberi. L’obiettivo della cinepresa riprende le varie attività che si svolgevano fuori dalle aule, le visite al ruscello e al parco delle Acque Minerali, la caccia agli insetti e, dopo la caccia, «lo studio interessato e proficuo», la coltivazione dell’orto, il disegno dal vero, la mietitura, i momenti di gioco e di danza, le corse sfrenate nella natura.
La sequenza che vede protagonista Ianuario dura poco meno di un minuto. E’ preceduta dal titolo «Le cadute alla Scuola all’aperto non fanno mai male! (Pelloni)», evidentemente una citazione dell’ispettrice scolastica Velia Pelloni. Ianuario, che all’epoca aveva 10 anni, recita quasi da attore consumato, tenendo stretto il labbro inferiore per simulare il dolore. «Ricordo che per la ferita usarono dell’inchiostro rosso – dice svelando gli effetti speciali usati all’epoca e aggiunge ridendo -. Mio figlio Sante, vedendomi nel filmino, mi ha detto: “Sei un attore, babbo!”».
lo.mi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 19 aprile.
Nella foto: primo piano di un giovane Giuseppe Ianuario