Vandalismo, l”impegno di due volontari: «Nel tempo libero abbiamo pulito 200 scritte in un anno»
«Tutti critichiamo il Comune se non interviene, ma scritte e graffiti si possono fare ovunque, in qualsiasi momento, e in un attimo. È un confronto asimmetrico, ma abbiamo un grande vantaggio: i “cretini” che imbrattano sono pochi, noi siamo in molti e possiamo dare una mano, tutti, bastano poche ore all’anno a testa per ribaltare il confronto e far vincere l’educazione, il rispetto ed il decoro». Parola di Iacopo Bianconcini. Classe 1972, ingegnere, di professione e responsabile marketing di una divisione di una grande azienda imolese, è sposato e ha due due figli. Un annetto fa lui e suo padre Gian Claudio, 72 anni, hanno firmato un patto di collaborazione con il Comune di Imola con il quale si impegnavano, gratuitamente, a mettere a disposizione qualche ora del loro tempo libero per ripulire muri e arredi da scritte e imbrattamenti vari.
L’ente locale ha fornito loro carta, solventi, guanti, pettorine, alcol, diluente, scarpe antinfortunistica, training e tutto il necessario per ripulire le scritte. Dal canto loro, i due «cittadini attivi» imolesi hanno dato una mano. «A breve dovremo rinnovare il patto di collaborazione e siamo intenzionati a farlo, penso per altri tre anni» afferma deciso Iacopo. In questo primo anno complessivamente abbiamo cancellato circa 200 scritte, oltre un centinaio mio padre, una novantina io, lavorando un paio di ore a testa al mese – racconta Iacopo -. Siamo partiti dai cartelli stradali e poi abbiamo esteso i nostri interventi ad esempio anche a cestini, panchine, pensiline, facciate, armadietti per la temporizzazione dei semafori, mentre non possiamo ripulire ciò che è di proprietà privata. Ovviamente, facciamo sempre rapporto ad Area Blu e se capitano scritte particolarmente ostiche che non riusciamo a pulire lo facciamo presente ai tecnici che, magari, intervengono con strumenti appropriati».
Talvolta è Area Blu a segnalare la presenza di graffiti ai Bianconcini, ma più spesso sono loro stessi a scovarli. «Abitiamo entrambi in centro e ci siamo divisi quell’area, ma siamo andati anche in viale Dante, in zona autodromo e al parco delle Acque minerali – prosegue Iacopo -. Quando passeggio con mio figlio, se noto qualche imbrattamento, poi torno a ripulire. E’ un’azione che dà una soddisfazione personale, nobilita e permette di dare valore alla qualità del contesto in cui viviamo».
Qualche volta è capitato che dei passanti, o anche gli stessi vigili urbani, si fermassero a chiedere cosa stessero facendo padre e figlio anche se, ad oggi, non è stato firmato nessun”altro patto di collaborazione analogo. «In quei casi, mio padre risponde sempre che anche loro possono mettersi a disposizione e so che un paio di persone sono andate ad informarsi. Spero che questo articolo sollevi le coscienze e sortisca l’effetto desiderato. Basterebbero una cinquantina di persone che si mettessero a disposizione per monitorare e ripulire la zona in cui abitano. Per incentivare la partecipazione, si potrebbe prevedere anche un premio per ogni intervento, per esempio sgravio fiscale o bonus per la cultura – abbozza Bianconcini -. Come il degrado porta altro degrado, se vige il rispetto delle regole questo si diffonde. All’inizio capitava più spesso che, cancellata una scritta, venisse rifatta a stretto giro. Ora succede solo nel 5-10% dei casi».
gi.gi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 12 aprile.
Nella foto: Iacopo e Gian Claudio Baroncini