Ieri i funerali di Luca Filipponi, il gigante buono del basket che giocò a Imola, Ozzano e Castel Guelfo
Si sono svolti ieri pomeriggio nella Chiesa della Beata Vergine del Paradiso a Faenza i funerali di Luca Filipponi, 43enne molto conosciuto nel mondo dello sport locale e deceduto nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 scorso. Fisico imponente, oltre i 2 metri di altezza, peso imprecisato. E proprio un intervento chirurgico per ridurre lo stomaco (circa un mese fa), all’ospedale Bufalini di Cesena, non gli ha più consentito di riprendersi. A Solarolo lascia una moglie, tre figlie e un’attività di allenatore nel basket giovanile faentino che lo coinvolgeva a 360 gradi.
La pallacanestro era stato il suo primo amore, dopo che Dante Bandini lo aveva portato alla Virtus Imola e anche nelle giovanili di Trieste (si narra di un viaggio improbabile a bordo di una Ferrari Testarossa), dove si era allenato con giocatori del calibro di Gregor Fucka. Una volta tornato a casa, ha vestito le maglie giallonere della Virtus (1992/93 in serie C con Deanesi), quelle del Gira Ozzano (allenatore Massimo Magri) e quelle dell’Hercolani Castel Guelfo, le ultime due avventure assieme a Carlo Marchi, col quale condivideva spesso i viaggi. Una volta chiuso col basket giocato, lo ha travolto un’altra passione, quella del biliardo, dove si era costruito una sua dimensione da bocciatore nelle squadre di serie B e C del ravennate. Ti sia lieve la terra, «Filip», vero gigante buono.
p.z.
Nella foto: Luca Filipponi