Il Comune di Medicina cerca professionisti per riqualificare l”area vicina al canale
I medicinesi hanno voglia di riconvertire l’area a ridosso del canale di Medicina e l’Amministrazione comunale vuole mettere assieme un pool di professionisti per imbastire una riqualificazione complessiva dei fabbricati di quella zona. Si può leggere così la decisione della Giunta di approvare l’elaborazione di uno studio di fattibilità cercando nel contempo dei professionisti (architetti, ingegneri, esperti in rilievi topografici con drone, ecc…) che possano dare una mano ai dipendenti comunali con la progettazione.
Complessivamente, il costo dello studio è stimato in 25 mila euro a carico dell’ente locale. «Stiamo per pubblicare la manifestazione di interesse per raccogliere le disponibilità di vari professionisti esperti ad esempio di mobilità, opere idrauliche, spazi pubblici e riqualificazione – dice il vicesindaco Matteo Montanari -. La proposta di valorizzare l’area del canale di Medicina è emersa con forza durante la stesura del Piano strategico locale e, anche per questo, vogliamo dargli seguito». Il primo passo concreto in questa direzione è stata la stesura ad opera degli uffici comunali della relazione illustrativa «Il canale di Medicina. Trasformazioni possibili». L’area presa in considerazione è in particolare quella tra il lavatoio di via San Paolo e via Licurgo Fava, dove il canale, dopo il tratto tombato che coincide con il centro storico di Medicina, torna a vista in corrispondenza del mulino Gordini. Uno degli obiettivi del progetto è il riequilibrio ecologico del canale di Medicina «attraverso l’eliminazione di sovrastrutture sul sedime del canale, degli scarichi fognari verso il canale e consolidare le strutture del tombamento» si legge nella relazione illustrativa. «Non abbiamo situazioni “drammatiche” – mette le mani avanti Montanari -. Tuttavia, in collaborazione con il Consorzio della Bonifica Renana che gestisce il canale, vogliamo analizzare la situazione ed evidenziare eventuali criticità che possono essersi create nel tratto non visibile a cielo aperto».
Oltre a questo, l’intento principale è però quello di rigenerare i «vecchi contenitori» oggi poco utilizzati e bisognosi di un restyling complessivo. L”ex mulino Gordini, all’angolo tra via Fava e via Melega, ha origini antiche ed è della famiglia Gordini, gli ultimi proprietari, che ha cessato l’attività negli anni Ottanta. E nell’immobile ci vive ancora uno dei figli dell’ultimo mugnaio. «Si intende orientare la proposta progettuale verso funzioni pubblico-private di riutilizzo della struttura (pubblici esercizi, laboratori di artigianato, uffici)» si legge nella relazione. All’Amministrazione comunale, però, non spiacerebbe poter ricavare un’area verde. Passando al Borgo della Paglia, il caseggiato compreso tra il mulino Gordini e l’incrocio con via Mazzini, Montanari propone una riqualificazione complessiva. «Sono vecchie case popolari oggi riscattate dai proprietari – dice -. E’ una zona che deve essere resa più gradevole e la viabilità è da rivedere».
Poi ci sono i capannoni sottoutilizzati lungo via Licurgo Fava. Per quanto riguarda il Consorzio agrario, «vorrebbe mantenere un presidio sul territorio, quindi bisognerà ragionare con loro per una sistemazione» dice Montanari. Diverso il caso dei capannoni della Cooperativa lavoratori della terra per i quali «si ipotizza la ristrutturazione dell’immobile da parte della pubblica amministrazione a fronte di un accordo pubblico-privato per l’uso del bene per funzioni innovative di tipo sociale e culturale». L’ipotesi nell’aria da tempo è trasformarlo in un polo culturale e per i giovani. «La biblioteca nella sua collocazione attuale è sacrificata e potremmo unificare nei capannoni della Clt anche gli archivi, in particolare il deposito che ora è presso le ex scuole di Ganzanigo – va avanti Montanari -. In questo modo, si libererebbero degli spazi in via Pillio per ampliare il museo e la pinacoteca». I contatti tra la coop e l’ente locale vanno avanti da tempo e, una volta chiarite le idee e messa sul piatto la cifra necessaria, la direzione sembra tracciata. Il problema, non da poco, è sempre quello delle risorse. Non certo esigue per la tanta carne al fuoco. «Lavorare in questo modo, muovendoci passo dopo passo, ci consente di avere pronti nel cassetto dei progetti per poterli presentare quando ci saranno delle linee di finanziamento» risponde il vicesindaco.
gi.gi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 5 aprile.
Nella foto: il mulino Gordini a Medicina