Ambiente, servono «banche d”acqua» per contrastare le estati aride. Le previsioni Arpae
Nel 2050 come sarà il clima nella nostra zona e più in generale in Emilia Romagna? Al convegno organizzato dall’associazione ex allievi Scarabelli e dedicato ai mutamenti climatici e agli impatti sul territorio, Gabriele Antolini, del servizio Idro-meteo-clima dell’Arpae, ha presentato le previsioni per metà secolo. «Ci sarà un probabile aumento delle temperature minime e massime – ha spiegato -, un aumento della frequenza delle onde di calore, specialmente in estate, e la probabile diminuzione delle temperature estreme in inverno. Sarà verosimile un calo delle precipitazioni durante la primavera e l’estate e l’aumento in autunno (fino al 19% in più), con segnale più intenso verso fine secolo, così come è verosimile l’aumento degli eventi estremi di precipitazione, in intervalli brevi di tempo».
Le dinamiche agricole del territorio potranno sopravvivere ai cambiamenti climatici in atto? A fare il punto, in questo caso, è stato Carlo Pirazzoli, docente del dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari all’Università di Bologna. «Una prima risposta – ha affermato nel suo intervento – è legata alla possibilità che le aziende agricole del territorio possano disporre di acqua nei momenti di forte siccità. Il fabbisogno di acqua in agricoltura è aumentato in modo considerevole, poiché per essere competitivi occorre produrre di più e meglio, con alta qualità. E’ inoltre probabile che in Emilia Romagna le precipitazioni estive si ridurranno e l’agricoltura potrà contare solo su 100-150 millimetri di pioggia nei mesi più caldi (o anche meno). Per il futuro, quindi, non sarà sufficiente contare sulla pioggia naturale, ma occorreranno delle “banche d’acqua”, per i momenti di maggiore siccità. Anche se la quantità assoluta di pioggia non è cambiata in modo apprezzabile, è la distribuzione anomala che può mettere in crisi le nostre produzioni. Di conseguenza, è necessario realizzare opere capaci di trattenere le acque nel momento di forti precipitazioni: bacini, invasi, recupero acque reflue».
Un altro fattore strategico è l’agricoltura di precisione. Esistono già anche diverse applicazioni al servizio dell’agricoltura, come Irriframe, che informa i coltivatori (circa 12 mila le imprese emiliano romagnole registrate) come e quando usare l’acqua in modo efficiente. Altri consigli riguardano l’approccio ai mercati. «Per il futuro – ha suggerito Pirazzoli – sempre più la competizione sulle produzioni agricole va ricercata a livello territoriale e dunque occorre attrezzarsi per un marketing territoriale più incisivo».
lo.mi.
L”articolo completo su «sabato sera» del 22 marzo.
Nella foto (scattata quest”anno a Casola Valsenio): fiori di mandorlo ghiacciati