Turismo ad Imola: da uno studio sugli Open Data, ecco la Mappa delle Strutture Ricettive
Imola è la città che traccia il confine storico-culturale tra l’Emilia e la Romagna. È una sottile linea di confine invisibile che dà vita ad un incontro di accenti, sfumature linguistiche, genuinità gastronomiche, incroci e commistioni. Realtà che dimostrano l’autenticità e il forte patrimonio territoriale, di cui questa terra, che scende verso il mare, possiede i sapori e gli odori. Ed è proprio questa originalità del territorio imolese a trainare il settore del turismo e dell’intera filiera turistica: un territorio non da principio a vocazione attrattiva; ma che ha saputo sviluppare delle economie locali, naturalistiche, tecniche e sociali forti in risposta alle complessità attuali. Nuove dinamiche turistiche per un nuovo paradigma socio-economico.
A queste nuove dinamiche turistiche, queste nuove modalità di (inter)connessione, nuovi approcci e nuove fruizioni del turismo, le strutture ricettive imolesi sono in grado di rispondere? Questa è la domanda posta ai ragazzi della quinta B del Liceo Scientifico Valeriani in occasione del percorso Alternanza Scuola – Lavoro, capitanati dal professor Sarti e in collaborazione con l’azienda imolese Info Easy.
Simulando un’azienda, in termini di organigramma e suddivisione dei ruoli e compiti, i ragazzi si sono avvicinati al Data Journalism utilizzando gli Open Data presenti sul sito dell’Osservatorio dell’Emilia Romagna con l’obiettivo di produrre una fotografia, quanto più analitica, dell’offerta delle strutture ricettive imolesi. Questo è la conclusione del loro lavoro.
Misurare il turismo imolese. Le limitazioni e complessità del fenomeno.
Il turismo è un comparto dell’economia difficilmente misurabile perché entrano in gioco tante variabili e tante chiavi di lettura. A queste difficoltà intrinseche dell’oggetto di studio, ci sono dei limiti oggettivi legati agli Open Data messi a disposizione delle Amministrazioni Pubbliche: spesso si tratta di dati numerici ed informativi poco intelligibili. Di conseguenza, i ragazzi del progetto VIB5 – nome scelto per il brand dell’azienda simulata – hanno informaticamente elaborato i dati con linguaggi di programmazione al fine di renderli facilmente visualizzabili all’interno di una mappa interattiva. Con strumenti di Data Visualization hanno poi elaborato mappe e grafici per aiutare la deduzione e la facile interpretazione del suddetto fenomeno. Il risultato finale è un elaborato che mette in evidenza il contributo delle strutture ricettive imolesi all’industria turistica del comprensorio imolese, il quale verrà presentato in occasione dell’Evento di Imola Programma 2018 a dimostrazione che i giovani, l’informatica e l’innovazione sono al centro della città di Imola.
Dati alla mano del comparto turistico regionale e provinciale.
Gli ultimi dati a nostra disposizione per valutare l’andamento del settore turistico e il suo impatto sullo sviluppo economico risalgono al 2015 dati Istat.
L’Istat ha censito le presenze turistiche su tutto il territorio nazionale, stimando un ricavo di 400 milioni di euro per il 2015 con ai vertici della classifica delle migliori regioni italiane, il Veneto, il Trentino Alto Adige, la Toscana e in quinta posizione l’Emilia Romagna.
Per la nostra regione, dobbiamo considerare anche i dati raccolti dall’Osservatorio sul Turismo Regionale (Regione Emilia Romagna e Unioncamere EmiliaRomagna) che hanno stimato per il 2016 un importo complessivo pari al 37,8 milioni di presenze nella sola regione Emilia Romagna, suddivisi in 27,7 milioni di italiani e 10,1 milioni di stranieri.
Senza disaggregare il dato, abbiamo già una fotografia di quanto sia importante ed impattante il settore turistico e la filiera indiretta creatasi intorno al comparto dei viaggi. Tornando ai numeri, consideriamo poi l’impatto che l’ecosistema allargato del turismo ha sul Pil, ci aggiriamo intorno al 12 per cento sul Prodotto Interno Lordo nazionale. Infine, l’industria del Turismo regionale chiude con un consuntivo di quasi 57 milioni di presenze turistiche a dicembre 2017. In definitiva, sono numeri da capogiro sia per il turismo in entrata che per l’aspetto occupazionale.
Imola: cosa offre?
Va da sé che nella Regione Emilia Romagna ci sono aree geografiche, patrimoniali, culturali a più alta vocazione turistica rispetto al Comprensorio Imolese; ciononostante, il circondario offre e può offrire delle valide alternative per nicchie interessanti di mercato. In poche parole, Imola può vantare un’offerta di turismo esperienziale differenziato diretto ed indiretto.
Come si evince dalla mappa interattiva del Progetto VIB5, la proposta delle strutture ricettive si estende perpendicolarmente rispetto all’asse di transito della via Emilia, così da andare ad interessare quasi tutto il territorio dalla zona del Montecatone Institute Spa fino alla zona nordorientale.
<!––><!––>
Imola è annoverata dall’Osservatorio Regionale come Altre Località rispetto alle località più famose. Imola, insieme alle Altre Località, ha vissuto un incremento più che positivo (+16,3%) delle presenze nelle strutture ricettive.
Per quanto riguarda quest’ultime – oggetto di studio in seno al Progetto VIB5 – sono diversificate in quanto a tipologia ricettiva
Al momento l’offerta delle Strutture Ricettive imolesi è sì variegata; ma, forse troppo concentrata per un turismo di passaggio senza una visione strategica per incrementare il turismo tendente alla fidelizzazione. D’altronde, ricerche più approfondite sulla qualità dei servizi erogati, ci darebbero una panoramica più strutturata per prospettive di sviluppo intelligente.
Ad oggi Imola può sfruttare e potenziare il turismo diretto ed indiretto che ruota attorno al polo dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, il quale dopo gli anni di recessione ha recuperato una parte dell’antico splendore. All’Autodromo va affiancato anche il Crame, che da solo catalizza l’attenzione di migliaia di fans per i raduni di moto e auto d’epoca. Si tratta di un turismo di nicchia, motociclisti e appassionati di Formula Uno. Poi c’è da considerare un’altra grande schiera di potenziali turisti: i ciclisti. Infatti, la Vallata del Santerno è un altro volano dell’economia locale tra gli appassionati di due ruote, di cui la Sacmi è fiera promotrice con le gare. Infine ci sono gli appassionati di trekking. Per non parlare poi della stretta vicinanza al distretto della ceramica, denominato anche CeramicLand, che attrae tanti addetti ai lavori e non. Infine, c’è il centro ospedaliero del Montecatone Institute su cui gravitano già diverse attività ricettive dedicate soprattutto all’ospitalità per i familiari dei pazienti. In un senso più ampio la filiera della salute non è da sottovalutare come volano dell’economia considerando che le previsioni dell’Istat segnalano che fra vent’anni in Emilia Romagna metà della popolazione sarà anziana.
Politiche del Futuro: quali prospettive
Nel città del futuro non immaginiamo invasioni cibernetiche o robot mirabolanti, bensì una governance quale “direttore d’orchestra” di tanti “strumenti” che agiscono localmente pensando in maniera digitale.
Vogliamo concludere citando Carlo Petrini, fondatore e promotore di Slow Food, che in occasione del BuyOnlineTourism2015 affermava che “dalla qualità della vita [dei cittadini], dalla capacità di essere felici, dalla loro cura della terra che abitano, i turisti arriveranno di conseguenza” ed è in questa direzione che pensiamo a Imola: una città capace di generare e ricevere input culturali e turistici dapprima da e per i cittadini affinché possano essere il miglior sponsor della città stessa.