Stefano Accorsi porta il «Decamerone» allo Stignani. Domani il via alle prevendite
«Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro favorisce la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare. Una grande passione anima la compagnia, ma non altrettanto grandi sono le loro risorse materiali, si alterneranno quindi in un susseguirsi di ruoli e vicende, forti della loro arte teatrale».
Comincia così la presentazione di Decamerone. Vizi, virtù, passioni, spettacolo diretto da Marco Baliani che arriva al teatro Stignani di Imola dal 21 al 25 marzo (la prevendita partirà domani, sabato 17, dalle ore 16 alle 19 presso il botteghino di via Verdi 1/3, mentre dalle 19 in poi la vendita online sarà su www.vivaticket.it). Adattato dalle novelle di Boccaccio, vede come protagonista Stefano Accorsi nei panni del Mastro di Brigata che si alterna con altri componenti della compagnia nel raccontare storie di tranelli o raggiri. Oltre ad alcuni episodi più decisamente goliardici, ve ne sono altri tragici, come la quinta novella raccontata: quella di Tancredi re di Salerno che finì per uccidere la figlia Ghismunda perché innamorata dello stalliere Guiscardo. Accorsi torna così a Imola, dopo che nell’ottobre 2014 vi aveva girato il film Veloce come il vento, film che era venuto anche a presentare per l’uscita in sala.
«Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo – scrive Baliani nelle note di regia -. Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte. Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo. Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affi lati e agogna la preda. Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile. Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le ma? e, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaff are. In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti. Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce. Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello. Perché anche se le storie sembrano buff e, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleff o, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti».
Biglietto da 30 a 10 euro. Informazioni: 0542/602600.
s.f.
Nella foto: Stefano Accorsi e gli attori sul palco