Imola da quarant”anni si illumina per «Lom a merz»
«Un’antichissima festa del nostro territorio, che vogliamo mantenere in vita e trasmettere alle nuove generazioni». Così il presidente della Pro Loco di Imola, Franco Capra, presenta Lom a merz, evento che si terrà con la sua quarantesima edizione sabato 17 marzo in piazza Gramsci a partire dalle 17. «I grandi fuochi propiziatori che illuminavano campagne e colline erano fin dall’età romana il retaggio dell”antica tradizione contadina dei fuochi di marzo (in dialetto lom a merz) – continua Capra -, un rito magico e simbolico per propiziarsi le forze della natura in vista dell”arrivo della primavera e quindi del risveglio della terra. I Lom a merz venivano fatti con i sarment, le potature delle viti, e i contadini cantavano e ballavano; i bambini correvano intorno al fuoco giocando e intonando canti benauguranti. Negli anni del dopoguerra la tradizione stava spegnendosi, quando la Ca’d’Iomla della Società del Passatore decise di proporre questa festa in città, nella piazza principale di Imola. Fu un’idea brillante che rinnovava una tradizione e la trasmetteva a chi non aveva più radici contadine. Sono passati quarant”anni, il Lom a merz di Imola continua ad illuminare la nostra città».
La festa comincerà con l”apertura degli stand con il brulé del Passatore con vino Doc e con la pié fritta di Fontanelice. Ci sarà inoltre ciambella per tutti offerta dal forno Savelli. Chi vorrà potrà acquistare la tradizionale piastrella ricordo, realizzata dalla Cooperativa ceramica di Imola con un’immagine storica, il cui ricavato andrà al progetto di solidarietà No sprechi onlus. Non mancherà un mercatino di opere dell”ingegno e ci saranno palloncini per i bambini. Palloncini che verranno anche lanciati in cielo, mentre le danze della tradizione della Val Santerno del gruppo «Taca Bagaretta» allieteranno i presenti. Alle 20 una fiaccolata stracittadina dei pattinatori e podisti imolesi porterà all”accensione del falò. Dopodiché partirà la musica con il Gruppo Bandistico Folkloristico Dozzese e gli Stcjucaren.
r.c.
Nella foto (Isolapress): un momento della festa nel 2017