I modellini in legno di Gianni Roncarati, da un violino alla Papamobile
La destrezza con la quale il signor Roncarati riesce a dare forma al legno è qualcosa di magico. Entrando nel suo appartamento, a catturare immediatamente lo sguardo sono i dettagliatissimi modellini, dotati di ingranaggi perfettamente funzionanti, che fanno bella mostra di sé sugli scaffali del salotto, testimoni della grande passione per i motori che da sempre accompagna il loro creatore. Dopo una vita passata in officina, infatti, Gianni Roncarati non è riuscito a rassegnarsi alla quiete della pensione e, oltre il restauro di moto d’epoca, ha scoperto una nuova vocazione: la lavorazione del legno, appunto. «Dal 1953 ho sempre lavorato con il ferro, e il legno neppure lo consideravo – racconta -. Poi mi sono trovato con tanto tempo libero da riempire…». Però non ha iniziato subito con i veicoli in scala: «La mia prima creazione – ricorda – fu un violino. Andai a Cremona e comprai diversi libri che spiegavano come costruirli».
E’ così che ha incominciato ad apprezzare le sensazioni che dare una forma al legno di acero e abete gli donava. «Dei primi lavori non ero molto soddisfatto, ma imparavo in fretta – ricorda ancora – e gli strumenti necessari me li costruivo con le mie mani». Con il solo aiuto di un tornio e di questi attrezzi artigianali, il signor Gianni ha iniziato a migliorare e ad affinare la propria tecnica, fino ad ottenere risultati considerabili soddisfacenti dalla sua indole perfezionista. Il passaggio dai violini ai modellini lignei è stato quasi naturale, un cerchio che si chiude per un uomo che vive di motori: «Il primo tentativo lo feci cercando di riprodurre la mia vecchia 500 bianca – racconta, mostrando la macchinina in questione -. Poi ci presi gusto e iniziai ad entrare nei particolari di ogni componente meccanico».
Ogni pezzo, ogni singolo ingranaggio che compone le macchine, è creato dal signor Roncarati sul suo banco di lavoro, con pazienza certosina e straordinaria competenza. Tutti gli sforzi e la pazienza infusi nel suo lavoro, che può assorbirlo anche per otto mesi per un singolo modellino, rendono ogni pezzo assolutamente unico: «Le persone a cui li mostro sembrano apprezzarli, anche se spesso è difficile convincerli del fatto che ogni pezzetto, ogni catena, ogni più piccolo particolare lo costruisco io – spiega, girando la manopola che attiva gli ingranaggi del motore inserito nella sua riproduzione di un trattore Landini -. Per questo tendo a non venderli, anche quando mi viene richiesto». Del resto è comprensibile, visto l’impegno e il tempo occorrenti. «Quando andammo con nostro figlio in visita in Vaticano per l’occasione decisi di costruire quella», racconta, puntando il dito sulla papamobile di legno, anch’essa contenente un motore con tanto di bielle e pistoni. «Ma mi resi presto conto – continua – di come gli addetti vaticani trattavano gli oggetti che la gente affidava loro per il Santo Padre, così scelsi di riportarla a casa». Le rifiniture sono curate nel minimo dettaglio, utilizzando materiali di recupero quali gomma, ritagli di pelle e altro, per dettagliare i sedili, le maniglie, fino ad arrivare ai pedali delle auto, senza lasciare spazio a imprecisioni di sorta. Il segreto di tanta pazienza è semplice: «Faccio solo ciò che davvero mi piace e mi interessa – sottolinea Roncarati – e concentrarmi non mi costa fatica. Anzi, mi aiuta molto e mi mantiene impegnato. Quando ho i miei attrezzi in mano mi sento sereno – spiega Gianni – perché sento sempre il bisogno di lavorare e tenermi occupato. E se posso farlo coniugando la mia passione per la meccanica, sono davvero un uomo felice».
r.r.
L”intervista completa su “sabato sera” dell”8 marzo
Nelle foto: Gianni Roncarati mostra orgoglioso alcuni dei suoi modellini in legno da cui creati come il trattore Landini, la Papamobile e una Moto Guzzi