Kung Fu…Panda, a Imola Scuola e Disciplina organizza corsi per i più piccoli
Da Bruce Lee a Kung Fu Panda il passo è più breve di quello che sembra. Già, perché quando si parla di arti marziali, per tutto il mondo occidentale il migliore riferimento rimane quello cinematografico. E’ così per gli appassionati, ma non solo: anche le scuole di kung fu e addirittura la Federazione italiana hanno preso spunto dagli ultimi film d’animazione dedicati al simpatico e improbabile panda Po per incentivare soprattutto i più piccoli a cimentarsi in questa disciplina.
Ce lo conferma il maestro Davide Giovannini, fondatore dell’Associazione Scuola e Disciplina del Kung Fu Imola. «La nostra disciplina è molto legata alla cinematografia. Il kung fu in occidente è conosciuto soprattutto grazie ai film di Bruce Lee. Poi, piano piano, c’è stata una crescita interna del movimento, fino all’uscita nelle sale di Kung Fu Panda, che ha portato un grande incremento di tesserati. Va anche detto che la Federazione ha stretto un accordo con la casa di distribuzione del film in Italia per l’utilizzo dei termini e di alcuni loghi. Noi stessi abbiamo il corso Panda Kung Fu e I 5 Cicloni».
A parte i film, come ci si avvicina al kung-fu?
«Per quanto riguarda la nostra società, il passaparola è importante. Non siamo interessati a grandi numeri, per questo facciamo poca pubblicità e volantinaggio. La passione e l’opera di convincimento che fanno i nostri tesserati con amici e conoscenti ci aiuta molto. Per quanto riguarda i bambini, l’interesse deriva soprattutto dai genitori, che vogliono portare i figli a conoscere un’arte marziale».
Lei, invece, come si è avvicinato a questa disciplina?
«Molto casualmente – ammette Giovannini -. Eravamo 4 amici di 17 anni alla ricerca di uno sport comune: feci scegliere gli altri e ci iscrivemmo a kung-fu. Peccato che dopo alcuni mesi i miei amici smisero, mentre io sono ancora qua, nonostante un grave incidente in moto nel 2016, che mi ha costretto a stare in ospedale per tre mesi e a riposo forzato per quasi un anno. Ho già subìto cinque interventi e ora utilizzo un bastone di supporto e dovrò ancora fare ulteriori interventi. Ciononostante, anche grazie al kung fu, non mi sono perso d’animo e con tenacia e spirito combattivo ho cominciato la ripresa progressiva e ottenuto risultati. Per questo motivo posso dire che le arti marziali, e il kung fu in particolare, insegnano non solo delle tecniche e dei movimenti, ma un modo di stare di fronte alla vita e alle difficoltà, a non arrendersi mai e a conoscere i propri limiti per cercare di allargarli il più possibile».
Al momento quanti tesserati avete?
«Una sessantina, di cui circa il 70% minorenni. Ci sono 15 bimbi fino agli 8 anni, poi 11 che vanno dagli 8 ai 12 anni e un’altra quindicina dai 12 ai 18. Purtroppo negli ultimi due anni c’è stato un piccolo calo, un trend che però è lo stesso in tutta Italia. Questo dipende dal fatto che le arti marziali, in particolare il kung fu, non siano una disciplina prettamente sportiva, ma che riguarda anche la filosofia di vita. Credo che la Federazione avrebbe dovuto cavalcare l’aspetto del tai-chi, un aspetto del kung fu più naturalistico. Noi alleniamo non solo i muscoli, ma anche il cuore e la mente».
Quanti abbandonano nella vostra realtà?
«Nei piccolini c’è un turnover fisiologico, quelli che mollano l’attività saranno più o meno il 15-20%. Io però insisto molto con i genitori per fargli fare comunque uno sport, anche se non è il kung-fu. Nei più grandi, invece, il discorso è diverso: cambiano gli interessi, le passioni; o si hanno prospettive e risultati, oppure alle volte si smette pure di fare sport».
Oltre alla partecipazione e ai corsi, arrivano anche i risultati…
«Il nostro è uno sport di nicchia e non esistono tante competizioni. A quelle vicine partecipiamo, mentre ci spostiamo in altre zone d’Italia solo se ci sono gare nazionali, riconosciute dalla Federazione. Con i più grandi siamo campioni interregionali in carica dal 2010. Anche con i bimbi partecipiamo a qualche competizione, ma si tratta proprio di gioco-sport, con percorsi e attività divertenti».
Per cosa utilizzate il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio?
«Per i corsi rivolti ai più piccoli, ovvero il Panda Kung Fu e I 5 Cicloni ».
an.cas.
Nella foto: il maestro Davide Giovannini insieme agli allievi dell”Associazione Scuola e Disciplina Kung Fu Imola