Discarica Tre Monti, il blocco crea timori per i circa 50 posti di lavoro
«Abbiamo interpellato Hera per avere delucidazioni sul personale alla luce di quanto sta accadendo nella discarica Tre Monti». Pone un taglio diverso dal dibattito in corso sul sito imolese Katia Regelli, segretaria della Fp-Cgil Imola.
A rischio, dopo il blocco dell’attività di smaltimento dei rifiuti in via Pediano in atto dal 10 gennaio con la sentenza del Tar, ci sono una cinquantina di persone, fra dipendenti Herambiente e personale esterno, addetti alla discarica o all’impianto di trattamento Tmb (fino al 31 marzo interessato da lavori di adeguamento). Se la «Tre Monti» non potrà ripartire, per gli addetti Herambiente si prospetta il trasferimento in qualche altra sede del gruppo ma per il personale che lavora negli appalti la situazione si prospetta più complicata. «Sappiamo che ci sono una dozzina di persone della Discariche consortili di Modena – sintetizza Regelli -, che si occupano della movimentazione dei rifiuti e del controllo del percolato e del biogas, se la situazione non si sblocca sono a rischio, sono persone che abitano a Imola e dintorni. Poi ci sono i quattro della coop. sociale PrimaBi di Faenza che seguono la pesatura ma ci manca un quadro completo».
l.a.
L”articolo completo su “sabato sera” in edicola del 15 febbraio.
Nella foto: la discarica Tre Monti
Comitato Vediamoci Chiaro
Hera dovrebbe vergognarsi anche questa volta. Possibile che faccia così fatica a fare le cose per bene? Invece di minacciare i licenziamenti perché non si è preoccupata per tempo dei suoi dipendenti e non ha avviato la corretta filiera del riciclo che non solo garantirebbe il posto a loro ma ne creerebbe di nuovi? Non ci dica che è nata ieri… Sono investimenti e scelte che avrebbe già dovuto fare da tempo ma continua a non fare forse perché qualcuno di loro ci guadagnerebbe meno? Hera datti una mossa e cambia rotta! Allineati con le più moderne buone pratiche europee.
…quindi dovremmo investire in discariche anziché in raccolta differenziata porta a porta e di conseguenza in impianti di riciclaggio?
Allora come la mettiamo che al 2020 dovremmo, in base al Piano Regionale sui Rifiuti E-R, produrre non più di 150 kg a testa di indifferenziato, con conseguente chiusura di altri inceneritori e discariche? Aboliamo la raccolta differenziata spinta?
Con la disinformazione non si va molto avanti: chiedete ad Herambiente/Con.Ami a quanto ammonta in percentuale il conferimento di rifiuti domestici e a quanto invece di speciali direttamente da attività produttive….forse dopo i cittadini potrebbero capire meglio dove sta il business dei rifiuti per la discarica di Imola!!!…