Calcio serie D, la storia di Andrea Mutti che sogna di fare gol ai rossoblù
Chi è il primo dei «millennials» imolesi ad aver segnato in serie D? La risposta ad una di quelle domande buona per passare 10 minuti in pausa caffè è Andrea Mutti, centrocampista che ha segnato un paio di reti nella sua prima stagione «da grande» in quel Mezzolara che, fra qualche settimana, incrocerà la propria strada coi rossoblù. Quell’Imolese che qualche anno fa, con «Sergione» Galeotti e Mirco Angeli come allenatori, lo aveva avuto per un anno nelle proprie fila. «Ho cominciato a giocare alla Tozzona, dove sono stato 4 anni – riavvolge il nastro Mutti, che compirà 18 anni ad aprile – per poi farne uno all’Imolese in quinta elementare e passare poi al Bologna, dove sono rimasto 6 anni fino alla scorsa estate, quando, un po’ a sorpresa per me, visto che avevo giocato tutta la stagione con gli Allievi, mi hanno comunicato che ero libero. Lì ho dovuto scegliere fra un anno con la Berretti del Modena o cercare la strada della D con il Mezzolara per il primo anno con i grandi».
Una scelta giusta non solo per lo spazio finora trovato da Mutti (che ha collezionato 13 presenze segnando 2 reti) ma anche per la fine che ha fatto il Modena, cancellato dal calcio e lasciando così libero quel Braglia che, evidentemente, in questa stagione era nel destino di Mutti, che nello stadio modenese ha segnato contro il Castelvetro. «Sono un centrocampista che cerca l’inserimento, ed il gol al Braglia è stato proprio così, su un cross di Tommasini, come pure la rete al Villabiagio è venuta su una rimessa laterale lunga che ho raccolto calciando verso la porta e ribadendo in rete la prima respinta del portiere».
Come è stato il primo impatto con la serie D?
«Beh, davvero tosto: all’inizio ho fatto una gran fatica perché ci sono una fisicità ed un ritmo molto diversi dal campionato Allievi, dove puoi fare le cose con calma a centrocampo, al contrario di quanto avviene in D dove, se rallenti, ti saltano letteralmente addosso. Ho capito che dovevo allenarmi ancora più forte per riuscire a mettermi al passo con la categoria: dopo il cambio di allenatore (Passiatore esonerato, con panchina affidata al tandem Busi – Ferrante in attesa che quest’ultimo venisse tesserato, nda) come mi avevano detto i vecchi della squadra tutto poteva cambiare e così, per mia fortuna, è stato ed ho cominciato a scendere in campo con regolarità. Giocare a Budrio mi piace, la gente è vicina e ti incita, mentre quando vai in Toscana trovi tifosi che ti urlano contro appena metti piede in campo per il riscaldamento».
Per chi dalla Pedagna parte ogni giorno alla volta di Budrio, è inevitabile confrontare il mondo «pane e salame» del Mezzolara con quello dell’Imolese, all’avanguardia in questa serie D nella quale c’è spazio per entrambe.
«Mezzolara è stata la scelta giusta, penso che, essendo un 2000 (e quindi un anno prima della quota Under più giovane di questa stagione, nda) per me sia giusto cominciare per gradi. Posso dire di aver trovato una piccola famiglia che cerca di aiutarti nel risolvere qualsiasi problema. Ho legato soprattutto con i compagni con i quali ogni giorno faccio la strada da Imola a Budrio: salgo in auto con Gavoci, Pelliconi, Dongellini e Tommasini, che è di Castel San Pietro, per andare al campo, mangiando i panini che sono il mio pranzo dopo aver studiato da geometra la mattina al Paolini. Dopo gli allenamenti torno a casa distrutto e devo mettermi sui libri: sono in quarta, è dura, ma me la sono sempre cavata bene a scuola e speriamo sia così anche quest’anno».
Un altro desiderio?
«Magari segnare un gol all’Imolese…».
an.mir.
Nella foto: il 17enne Andrea Mutti