«I racconti del Fungo», questa sera la presentazione del libro dell”imolese Andrea Pelliconi
Lo abbiamo conosciuto come brillante disegnatore. Ora lo riscopriamo come scrittore di talento. Andrea Pelliconi, imolese, realizza murales e dipinge su tutto. Ma questa volta è andato oltre. «L’ha fatta grossa» direbbe uno dei suoi personaggi. Ha scritto un libro, un bel libro. Il titolo I racconti del Fungo (Albatros, 2017) la dice lunga. Intanto perché Andrea Pelliconi è noto con il nome d’arte di «Fungo». Poi perché questo libro è come lui: generoso. Sono 226 pagine fitte di vicende, cinque racconti scritti in periodi anche lontani fra loro, che avrebbero potuto dar vita anche a più di un libro. Ma l’autore è fatto così: in ogni cosa che fa, da un murales al libro, ci mette dentro tutto se stesso; il cuore oltre l’ostacolo. Il volume sarà presentato questa sera, alle ore 20.30 in biblioteca comunale a Imola (via Emilia 80), ad ingresso libero. Ci sarà anche chi scrive, più che per intervistarlo, per aprire il libro e accendere il flusso dei racconti. Il resto lo faranno l’autore e il compagno di mille «battaglie», Pietro Grandi, in arte Piotr, bagnino-illustratore. Proprio a Piotr «che prestandomi un bel libro mi fece scoprire il piacere della lettura» va il primo ringraziamento dell’autore, seguito da quello «ad Alice che, regalandomi un semplice corso di scrittura, mi ha aperto un mondo».
Basta sfogliare le pagine per trovarci dentro una verve creativa travolgente, in una scrittura che scorre fluida, immediata e diretta come una lingua parlata. Tra fitti dialoghi e dettagliate descrizioni. Una scrittura che quasi placa l’evolversi frenetico dell’intreccio delle vicende, fra personaggi che sembrano impossibili e che a ben vedere sono lo specchio della vita reale. Intreccio reso bene dall’immagine di copertina, disegnata naturalmente dal Fungo. «Quel che a me stimola scrivere sono principalmente le ingiustizie, gli abusi di potere, la mancanza di rispetto per il prossimo e per l’ambiente, lo spreco dell’acqua, l’avvelenamento dell’aria e della terra sia per menefreghismo che per interessi personali – spiega Andrea Pelliconi -. Mi indigna l’indifferenza dei ricchi nei confronti di chi è meno fortunato, mentre ammiro moltissimo chi si prodiga per il prossimo e per il pianeta. I personaggi che sono nei miei racconti nascono da queste situazioni, da controsensi, persone comuni che si ritrovano in situazioni assurde che potrebbero capitare a tutti».
Dal disperato che con gli ultimi soldi si compra una pistola al carabiniere geloso, dalla «punkabbestia» schizzata al bagnino romagnolo, i suoi personaggi ci dicono come sia sottile il confine fra una vita cosiddetta «normale» e l’essere immischiati in vicende inimmaginabili. Oggi tocca a loro, domani potrebbe toccare a noi. «Siamo tutti vulnerabili – dice l’autore -. Non avevo mai pensato nella mia vita di scrivere un libro, ma mi sono ritrovato spesso a prendere appunti, mettere nero su bianco pensieri e idee, che poi nel tempo sono diventati racconti». Per lui «la scrittura è uno sfogo e non è necessario avere tutta la storia in testa. Io parto da una scintilla, da un seme, scrivere è come annaffiarlo, e la storia quasi per magia cresce e si ramifica come un albero, e in quel momento bisogna fare attenzione a tutto quel che succede intorno per raccogliere informazioni, gli ingredienti che comporranno il racconto». E anche quando la vena creativa sembra esaurirsi, nessuna paura. «In momenti in cui la storia sembra impantanarsi, capita di incontrare una persona che, chiacchierando, ti dà la chiave per proseguire. Una volta, addirittura, il vento mi portò ai piedi una pagina di giornale sulla quale trovai uno spunto importante per un racconto: a me è sembrata una cosa magica» aggiunge il Fungo.
Il ritmo e l’incalzare quasi adrenalinico del susseguirsi degli intrecci, dei personaggi che appaiono sulla scena per poi scomparire e ritornare per il gran finale, dopo un inabissarsi carsico, è molto cinematografico. Con la realtà, sottesa alla parola scritta, che è lì pronta a dilagarti fra le mani. I racconti trasudano realtà. «I miei amici mi chiedono se il tal personaggio è proprio quel tizio piuttosto che quell’altro. Io rispondo di no» dice ridendo l’autore. Che indaga gli aspetti psicologici dei suoi personaggi con un occhio attento ai dettagli, che spesso fanno la differenza. «La storia è un supporto ai dettagli, ai particolari» spiega. Racconti che ci strappano a volte un sorriso, ma che spesso ci fanno riflettere sul senso della vita. Non rimane allora che immergersi nel flusso narrativo e lasciarsi trasportare come se fosse la corrente del Golfo. Perché I racconti del Fungo ci portano lontano. Talmente lontano da ritrovarci, dopo avere fatto il giro del mondo, proprio dentro casa di ciascuno di noi. E adesso, avanti con il prossimo racconto, che è già abbozzato. «Ma non sai mai dove va a parare». Parola del Fungo.
vin.dal.
Nella foto: la copertina del libro