Da Cassino a Gerusalemme, il viaggio dell”ex giocatore della Virtus Imola Mauro Liburdi
«Fisicamente imponente per la B1 di allora, atletico, bello tosto e con una buona mano. Arrivava dalle Forze Armate, lo vidi alla Summer League e mi piacque perché era uno che lottava e si sbatteva. Era impulsivo, ma è sempre stato un ragazzo di animo profondo, faceva riflessioni importanti per la sua età (aveva 21 anni e segno 11 punti di media, raccogliendo 5 rimbalzi, ma fu leader nelle palle recuperate, e nella percentuale al tiro, nda)».
Così Stefano Salieri ricorda Mauro Liburdi, protagonista di una storia che andremo a raccontare. Quando il lungo di Cassino (provincia di Frosinone), sbarcò alla Virtus Imola di Littorio Galassi, eravamo nell’estate del 2003, la seconda targata Salieri, la penultima della lunga storia giallonera. Il playmaker era Borgna, la guardia Bonaiuti, in ala si alternavano Maestrello e Savazzi, mentre sotto canestro andavano a rimbalzo 4 lunghi come Sciarabba, Toppino, Perini e lo stesso Liburdi. Poi ci furono le alternanze di Grossi e Palazzi, mentre chiudevano il gruppo Confente, Marangoni e Saloni. Sono passati una quindicina d’anni e se siamo qui a ricordare il lungo laziale (oggi 35enne) è perché nelle ultime settimane ha fatto parlare parecchio di sé.
E’ infatti partito a piedi il 10 settembre scorso da Cassino, la sua città natale, per arrivare a Gerusalemme il 21 dicembre, a piedi, dopo 101 giorni di cammino, 3.000 chilometri percorsi, 5 nazioni attraversate, oltre l’Italia e Israele. Come recita il sito internet «Radio Cassino»: «La famiglia di Mauro Liburdi vive ancora nella cittadina all’ombra dell’abbazia, ma lui, fin da giovanissimo, ha preso la via del mondo. Spinto dalla pallacanestro, dove giocava a livello professionale, è approdato, appena 14enne, a Roma. Poi ha girato tutto il nord Italia. Ha vissuto anche 5 anni negli Stati Uniti, a New York. Una vita fortunata e ricca di esperienze, come lui stesso ammette. E proprio per gratitudine per tutto quello che gli era stato dato, nel 2012 si è avvicinato alla spiritualità. Per puro interesse personale ha studiato teologia. Da cristiano, alla fine ha deciso di andare in Terra Santa a studiare l’ebraico biblico. Così è partito. Una sfida, o, se si vuole, un voto a Dio. Senza soldi e senza carta di credito, è partito a piedi, senza nemmeno fare l’autostop. Da Cassino è andato in Abruzzo e da lì ha preso l’antico tratturo Pescasseroli – Candela, perché voleva seguire un sentiero di montagna. A Brindisi si è imbarcato per Durazzo. Ha attraversato l’Albania, la Macedonia, il nord della Grecia, poi la Turchia. Voleva andare in Siria, ma i profughi incontrati lungo il cammino gliel’hanno sconsigliato. Si è imbarcato per Cipro e infine è arrivato a Israele. Sono stati 95 giorni di cammino, 6 di riposo, di cui 3 nel monastero sul Monte Athos, in Grecia. Un percorso impegnativo, più a livello mentale che fisico».
Pare che adesso l’ex lungo giallonero si voglia fermare a Gerusalemme per i suoi studi. Per il momento è ospite in un monastero immerso nella natura, dove svolge opera di volontariato. Al giornale locale «Cassino informa» ha dichiarato: «Gerusalemme è una terra di pace costruita pe«Abbiamo infortuni lunghi e penalizzanti per giocatori da quintetto, siamo in 6 contati, ma penso che questa stagione, con la salvezza già in tasca a metà del cammino, sia una delle migliori della mia carriera, per i risultati e per la qualità del basket che giochiamo. Se per me sarà un rilancio non lo so, dipendo sempre dalla mia situazione famigliare».r dare l’esempio al mondo, a me interessava capire cosa succedesse in questa città e completare i miei studi. Durante il cammino ho trovato persone molto generose. E’ stato difficoltoso trovare da mangiare e posti per dormire ma ho incontrato tanta solidarietà anche tra i musulmani attraversando Albania, Macedonia, Grecia, Turchia e Cipro». Dunque un cambio di rotta in piena regola dopo anni infarciti di tanto basket ma anche di qualche disavventura, come un matrimonio fallito con una statunitense che poi è finita addirittura nella rete della Fbi (con l’accusa di truffa informatica), una squalifica di due anni per doping, ma anche una rissa sfiorata con Sacrati, l’ex patron della Fortitudo che lo aveva ingaggiato negli Eagles proprio nella stagione in cui allenava Salieri. L’oggetto del contendere era ovviamente economico.
Ricordando «Libu», l’allenatore castellano non può fare a meno di parlarci anche della stagione in corso, quella con Crema in B2 dopo alcuni anni di attesa. Nonostante l’ultima sconfitta con Desio, la squadra lombarda è terza in classifica, sorprendendo tutti gli addetti ai lavori. «Abbiamo infortuni lunghi e penalizzanti per giocatori da quintetto, siamo in 6 contati, ma penso che questa stagione, con la salvezza già in tasca a metà del cammino, sia una delle migliori della mia carriera, per i risultati e per la qualità del basket che giochiamo. Se per me sarà un rilancio non lo so, dipendo sempre dalla mia situazione famigliare».
Per chi fosse interessato, sabato 20 gennaio (ore 20.30) la squadra di Salieri giocherà a Lugo, nella prima delle trasferte dalle nostre parti, tutte previste nel girone di ritorno.
p.z.
Nella foto: Mauro Liburdi