Gioco d”azzardo, mappati sul territorio i luoghi «sensibili» per le slot
Niente più sale da gioco e scommesse vicino a scuole, chiese, ospedali, impianti sportivi e centri di aggregazione. Dopo che lo scorso giugno la Regione Emilia Romagna aveva dato il via libera alle modalità applicative previste dalla legge regionale sul gioco d’azzardo patologico del 2013, ora il piano entra nel vivo per arrivare, seppur progressivamente, alla dismissione delle macchinette piazzate in quei locali che si trovano nel raggio di 500 metri (calcolati facendo il percorso più breve a piedi) dai cosiddetti luoghi «sensibili», ossia scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori.
In queste ultime settimane, tutti i comuni dovevano completare la mappatura dei luoghi sensibili, un censimento necessario per stabilire quali e quanti esercizi commerciali che ospitano slot al loro interno dovranno adeguarsi. Come? Per le sale da gioco e scommesse la norma regionale prevede addirittura la chiusura, mentre per i locali (bar, ma anche edicole o altro) che hanno macchinette al loro interno è previsto il divieto di installazione di nuovi apparecchi e il divieto di rinnovo dei contratti tra esercente e concessionario alla loro scadenza.
Una piccola-grande rivoluzione che creerà nelle città delle ampie aree interamente slot free, quindi senza la presenza di apparecchi destinati al gioco, ma che è altresì destinata a far discutere e a generare qualche mal di pancia negli esercenti. Già la scorsa estate, infatti, alcune società di gioco e l’associazione Sapar (Servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative) avevano presentato ricorso chiedendo la sospensione della norma regionale, ma il Tar di Bologna l’aveva respinto perché per i giudici «allo stato non sussiste il paventato danno attuale grave ed irreparabile».
Ora che le mappature realizzate dai singoli comuni si stanno delineando, la situazione potrebbe evolvere. Gli enti locali, infatti, adesso hanno sei mesi di tempo (quindi fino a giugno 2018) per comunicare i relativi provvedimenti di chiusura ai titolari delle sale da gioco e scommesse che ricadono nei famosi 500 metri di distanza dai luoghi sensibili. A quel punto, i titolari che intendono spostarsi più lontano dai luoghi sensibili per proseguire l’attività, potranno chiedere una proproga di ulteriori sei mesi (quindi fino a dicembre 2018). Agli esercenti che ospitano slot, invece, verrà vietata l’installazione di nuovi apparecchi e, parallelamente, dovranno dismettere le macchinette funzionanti quando scadrà il contratto che hanno in essere con i concessionari. Un escamotage che eviterà ai titolari dei pubblici esercizi di dover pagare penali molto salate in caso di recesso anticipato.
Nel nostro territorio, i due comuni che in questi anni si sono maggiormente distinti per il contrasto alla ludopatia sono Imola e Medicina, gli unici nei quali sono in vigore delle ordinanze che limitano l’orario di accensione delle slot (dalle 8 all’1 di notte a Imola, dalle 10.30 alle 21.30 a Medicina), mentre Castel San Pietro ha approvato soltanto un ordine del giorno su questo tema. «Vorremmo ridurre l’accesione entro la fine del mandato nel 2019, proponendo un orario uniforme a quello degli altri comuni» afferma l’assessore castellano alla Legalità, Fabrizio Dondi. Un modo per evitare che le persone si spostino da un comune all’altro per giocare.
A Imola i luoghi sensibili individuati con la mappatura sono 286, di cui 69 scuole, 87 luoghi di culto, 41 luoghi sanitari e di cura, 51 impianti sportivi e 38 centri di aggregazione. «Non abbiamo aggiunto altri luoghi sensibili, sebbene la legge ci desse questa facoltà – commenta l’assessora alla Legalità, Elisabetta Marchetti –. A Imola sono presenti oltre 400 apparecchi da gioco distribuiti in 91 locali, tra cui una decina di sale da gioco. Il data base nazionale “L’Italia delle slot” calcola che nel 2016 siano avvenute giocate per 70,32 milioni di euro, circa mille euro per abitante». Ora con la mappatura la situazione potrebbe cambiare. «Sicuramente, considerando il numero di luoghi sensibili individuati, molti esercizi commerciali rientreranno nel raggio dei 500 metri e dovranno adeguarsi – afferma la Marchetti –. L’obiettivo resta quello di contrastare il gioco d’azzardo, un ambito che ha costi sociali e sanitari molto alti».
L’assessora tiene a sottolineare che in dicembre «sono state approvate ulteriori misure di contenimento del fenomeno, contenute in un apposito regolamento che prevede, tra le altre cose, obbligo di informazione del divieto del gioco per i minori con cartelli appositi, divieto di esporre cartelli o immagini che pubblicizzino vincite avvenute e divieto di installazione di insegne, anche luminose o a luminosità intermittente, all’esterno delle attività commerciali». A queste si aggiunge «il vincolo di non procedere alla stipula di contratti di locazione o concessione di locali di proprietà comunale e di società controllate a favore di soggetti che intendano utilizzare tali immobili per aprire attività concernenti il gioco d’azzardo».
Per quanto riguarda i centri sociali, ad esempio, da tempo il Comune di Imola aveva inserito il divieto di installare slot tra le linee di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni nel 2018. In questi anni c’è chi si è già adeguato e chi (Bocciofila, Campanella, La Stalla, Ponticelli, San Prospero, Sasso Morelli e Zolino) non ha ancora dismesso le slot. «Talvolta rescindere dai contratti in essere con i gestori comporta delle penali molto alte (si parla di cifre fino a 40 euro per ogni giorno di anticipo rispetto alla scadenza residua del contratto per ciascun apparecchio, ndr) – spiega la Marchetti –. Per questo, come accadrà per gli altri esercizi pubblici vicino ai luoghi sensibili, dovranno dismetterle alla scadenza del contratto in essere, anche se noi ovviamente ci auguriamo lo facciano prima».
In effetti, le penali da una parte e i mancati introiti legati alla presenza delle slot dall’altra, evidenziano la grande difficoltà in cui si potrebbero trovare alcuni esercizi commerciali nei prossimi mesi (o anni, se la scadenza dei contratti di gestione delle slot è più lunga). Lo sa bene l’assessore medicinese Valentina Baricordi che, guardando la mappatura dei 28 luoghi sensibili di Medicina (6 scuole, 6 luoghi di culto, 10 impianti sportivi, 4 luoghi sanitari e 2 di aggregazione), prevede cosa succederà nei prossimi mesi. «Praticamente tutti gli esercizi che hanno slot le dovranno dismettere – dice –. Abbiamo un’unica sala giochi, ma è nella zona artigianale, quindi non sarà interessata dal provvedimento, e stiamo verificando se vi ricadono o meno un bar e un tabacchi all’interno del centro commerciale Medicì. Nei comuni più piccoli la distanza dei 500 metri incide sicuramente in maniera maggiore. Da parte nostra c’è la consapevolezza, purtroppo, che per i commercianti la presenza delle slot rappresenta un’ulteriore entrata. Stiamo valutando la possibilità di proporre un’agevolazione sulla Tari per coloro che le hanno già dismesse e per quelli che lo faranno».
Castel San Pietro ha già definito con precisione quanti e quali esercizi commerciali dovranno adeguarsi alla normativa. Sul Sillaro, infatti, sono stati individuati 58 luoghi sensibili (4 centri di aggregazione, 4 strutture recettive per categorie protette, 13 luoghi di culto. 13 scuole, 19 impianti sportivi e 5 strutture in ambito sociosanitario). «Nel nostro territorio – spiega l’assessore Dondi -, abbiamo 26 locali con slot, tra cui due sale giochi e scommesse. Soltanto un paio sono a più di 500 metri dai luoghi sensibili. Gli altri dovranno adeguarsi e dismettere le slot, mentre le due sale giochi e scommesse dovranno chiudere o riaprire altrove».
gi.gi.